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Ucraina, la guerra mondiale è già iniziata: lo schema che lo rivela

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Maurizio Stefanini
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Ormai, la guerra in Ucraina sta diventando una guerra mondiale, se non altro come schieramenti e rifornimenti. L’ultimo passo lo ha fatto ieri sera il presidente francese Emmanuel Macron il quale ha aperto alla possibilità di fornire a Kiev aerei da combattimento. «In linea di principio, nulla è vietato», ha dichiarato l’inquilino dell’Eliseo, aggiungendo però che la cosa non deve «indebolire l’esercito francese». Si muove anche l’Italia: «Il Parlamento ha votato qualche giorno fa la possibilità di inviare nuove armi all’Ucraina, prima di qualsiasi invio, ed è probabile che verranno inviati sistemi di difesa aerea, verrà informato il Parlamento dal ministro della Difesa Crosetto»; ha anticipato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Nel mentre la Nato decide di inviare carri armati in Ucraina, da una parte c’è un misterioso attacco con droni in Iran a una fabbrica di Isfahan che produceva munizioni destinate alla Russia che non è stato rivendicato da nessuno, ma che quasi tutti gli osservatori attribuiscono a Israele che fra l’altro colpisce quello che è il più efficiente alleato di Mosca in Ucraina. Dall’altra parte Stoltemberg, in visita in Corea del Sud, ha chiesto al governo di Seul di inviare all’Ucraina armi, oltre all’aiuto umanitario e agli armamenti non letali che già spedisce. Una risposta agli altri armamenti che invece la Corea del Nord sta mandando in Russia, accompagnata addirittura dall’offerta di soldati.

 

 


L’offerta dei carri riguarda 80 Leopard 2 dall'Unione europea, di cui 14 dalla Germania, e 31 Abrams M1 dagli Stati Uniti, che invieranno subito anche circa 500 mezzi blindati. Secondo Biden, stanno inoltre inviando aiuti militari all’Ucraina Regno Unito, Francia, Norvegia, Canada, Slovacchia, Danimarca, Polonia, Svezia (che non è ancora Paese Nato) e anche Italia, «che sta inviando artiglieria». Tra altri Paesi Nato che risultano aver mandato materiale militare all’Ucraina ci sono Albania, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Montenegro, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, e anche la Turchia.


ERDOGAN
Ankara, con le sue mediazioni, i suoi giochi di sponda e i suoi veti a Svezia e Finlandia nella Nato sembrerebbe spesso remare contro, ma poi alla fine con i suoi droni Baryaktar ha avuto da subito un ruolo fondamentale nella capacità di resistenza ucraina. Tra Paesi non Nato filo-Zelensky ci sono Australia, Azerbaigian, Cambogia, Colombia, Finlandia, Irlanda, Israele appunto, Giappone, Marocco, Nuova Zelanda, Pakistan, la già citata Corea del Sud, Sudan, Taiwan.


Iran e Corea del Nord a parte, un importante alleato della Russia è la Bielorussia, anche se ancora non è entrata formalmente nel conflitto. La notizia che Lula ha ora respinto la proposta tedesca di inviare munizioni all’Ucraina e quella delle imminenti esercitazioni navali in Sudafrica tra Sudafrica, Russia e Cina ripropongono l’idea del Brics come sponda per la Russia, e in effetti Cina e India sono state sponde importante per sopperire ai danni provocati dalle sanzioni, ma alla fine hanno più che altro approfittato della difficoltà di Mosca per fare i propri affari, senza impegnarsi più di tanto.


Sono state anzi attente a evitare di incorrere a propria volta nelle sanzioni occidentali col fornire a Putin cose “vietate”. Anzi, da Brasile, Cina e India è perfino arrivato all’Ucraina auto umanitario non militare. Però la Cina sta a sua volta montando la sua ostilità verso Taiwan e gli Usa, per cui Mike Minihan, capo dello US Air Mobility Command In un rapporto riservato ha addirittura paventato la possibilità di una guerra tra Usa e Cina per il 2025. Se per allora si combattesse ancora in Ucraina, le due guerre inevitabilmente si fonderebbero, allo stesso modo in cui nel 1941 la guerra giapponese in Cina si fuse con l’attacco a Usa, Regno Unito e Paesi Bassi, e l’attacco tedesco all’Urss costrinse Stalin a schierarsi con Churchill e poi anche con Roosevelt.

 

 


AIUTI UMANITARI
Ma aiuti umanitari non militari sono arrivati all’Ucraina anche da Argentina, Bahrein, Bosnia-Erzegovina, Cile, Georgia, Ungheria (malgrado certi toni di Orbán), Kazakistan, Kosovo, Kuwait, Liechtenstein, Malta, Moldavia, Monaco, Mongolia, Qatar, San Marino, Arabia Saudita, Serbia, Singapore, Svizzera, Turkmenistan, Emirati Arabi Uniti, Uzbekistan, Vaticano e Vietnam. La Russia ha a sua volta una schiera di clienti, il cui appoggio si sente soprattutto nelle votazioni all’Onu. Quando non sono stati privati del diritto di voto per morosità, come il Venezuela di Maduro. Dalla Siria di Assad allo stesso Venezuela, Cuba, Nicaragua di Daniel Ortega, Bolivia, o Paesi africani come Eritrea, Burkina Faso, Mali, Niger, Ciad, e Mauritania. 

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