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Putin, schiaffo all'Italia: al Cremlino una sconcertante scoperta

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Putin se ne infischia della guerra e, in un modo o in un altro, riesce anche ad aggirare le sanzioni. La riprova? L’inchiesta del sito di giornalismo investigativo specializzato in Russia, The Insider. Qui si parla di vini di ottima qualità che lasciano l'Europa e arrivano direttamente sulla tavola dello zar e della figlia.

 Nonostante le sanzioni, infatti, il Cremlino ha continuato a comprare centinaia di bottiglie, anche del valore di decine di migliaia di euro l'una, attraverso una società quasi sconosciuta, Ryatiko, di proprietà del magnate dei farmaci russo Alexey Repik. L'azienda è arrivata a importare in Russia ben 3 milioni e 902 milioni di euro in 800 bottiglie di vino (e 200 etichette) nei soli ultimi due mesi dell'anno scorso.

Tra gli acquisti, si legge, il top dei Grand Cru di Borgogna, Bordeaux e Piemonte, inclusi prodotti dei primi cinque castelli Bordeaux secondo la classificazione del 1855. Il trucchetto per raggirare l'Ue è tutt'altro che complesso. Molti lotti vengono presentati come test di degustazione, anche se la quantità supera i 2,5 litri prescritti (78 le bottiglie di solo Domaine Romanée-Conti. Quindi, un intermediario europeo spedisce le bottiglie in Lettonia, Lituania e Estonia, dove vengono incollati timbri di accisa e controetichette russe. Formalmente dunque il vino resta in Europa.
 

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