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Ucraina, l'unica speranza per la pace è papa Francesco

Papa Francesco

Roberto Formigoni
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A un anno esatto dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, non solo proseguono e si intensificano i bombardamenti dei missili russi, le distruzioni delle infrastrutture militari e anche civili (scuole, case, ospedali, centraline elettriche), non solo aumenta il numero delle vittime e dei danni globali (già intensissimi) ma non si intravede alcuno spiraglio di pace. All’Assemblea dell’ONU venerdì il Presidente Guterres ha dichiarato di aver ascoltato l’intensificarsi di allusioni e «mezze frasi» sul ricorso ad armi nucleari. E il cd «programma di pace» della Cina, di prossima presentazione, pare sarà più favorevole alla Russia che alla pace.



L’Occidente, a livello politico, è sempre saldamente al fianco dell’Ucraina (anche se nelle popolazioni cresce un atteggiamento contrario). Aumenta il livello e la qualità degli armamenti forniti all’Ucraina: la decisione di fornire carri armati Leopard era appena stata salutata come storica, che già la notizia veniva superata dalle richieste di aerei da combattimento, missili a lungo raggio, navi da guerra e sottomarini. Le invocazioni di aiuto sono crescenti, d’altronde il popolo ucraino si sta comportando eroicamente, e i suoi capi si dichiarano convinti di poter vincere la guerra. Il ministro degli Esteri lituano ha detto: «Dobbiamo superare la paura di voler sconfiggere la Russia». Certo, tutto ciò è comprensibile.
Ma è anche ragionevole?




L’aumento degli armamenti sta diventando automatico, l’alleanza occidentale ripete che sosterrà l’Ucraina «per tutto il tempo necessario, e che la decisione su questo tempo spetta solo all’Ucraina». Tutto ciò è lodevole, ma se non è accompagnato da altre iniziative è anche ragionevole? La Russia ha armi nucleari capaci di distruggere il pianeta (come anche gli Stati Uniti e la Cina), e se partisse un’escalation anche di più basso livello, non si capisce chi e come potrebbe fermarla. L’Occidente ha responsabilità in proprio, non può delegare tutte le decisioni all’Ucraina, anche se ciò appare nobile e capace di intimorire la Russia. Si è avviato un dibattito, per ora limitato, se l’obiettivo dell’Occidente debba essere la «vittoria» dell’Ucraina o piuttosto la «non sconfitta». Ambienti USA e UE discutono su un punto oltre il quale la guerra non dovrebbe andare, pena l’essere coinvolti in un conflitto nucleare dalle chiare disastrose conseguenze. Eppure iniziative negoziali serie non paiono in corso per opera di nessuno. E invece a questo punto è del tutto evidente come siano indispensabili e urgenti. Sta per muoversi il Papa: sembra l’ultima risorsa, Lo ascolteranno? 

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