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Russia, "nel mirino i cavi sottomarini": può saltare l'Europa

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Carlo Nicolato
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Navi spia russe camuffate da pescherecci o imbarcazioni da ricerca inviate nel mare del Nord per mappare siti sensibili, condutture e cablaggi. È questo il sospetto avanzato da un’inchiesta congiunta effettuata dalle emittenti scandinave DR in Danimarca, NRK in Norvegia, SVT in Svezia e Yle in Finlandia, secondo le quali Mosca avrebbe in programma di passare all’azione, cioè di sabotare tali strutture, qualora la guerra in Ucraina degenerasse in una guerra totale contro la Nato e l’Occidente. L’inchiesta peraltro potrebbe rivelarsi determinante per capire il possibile coinvolgimento del Cremlino anche nel sabotaggio del Nord Stream II dello scorso settembre, per il quale al contrario recentemente sono stati accusati gli Stati Uniti e l’Ucraina. Le emittenti in questione hanno rivelato che l’indagine è partita dal tentativo di intercettare le comunicazioni delle cosiddette “navi fantasma” che spengono i trasmettitori per non rivelare la loro posizione e che lo scorso anno i servizi segreti nordici, nonché quelli britannici, avevano già segnalato come sospette.

 

 

 

In particolare le attenzioni dei reporter si sono concentrate sulla “Admiral Vladimirsky”, ufficialmente registrata come nave oceanografica di spedizione e ricerca subacquea ma in realtà rivelatasi qualcosa di molto diverso per i suoi movimenti in zone considerate particolarmente sensibili. Pare infatti che tale navi rallenti e spenga i trasmettitori quando si avvicina a parchi eolici o ad altre infrastrutture energetiche e quando in un caso un giornalista ha cercato di avvicinarsi su una piccola barca si è trovato di fronte un individuo mascherato armato di fucile d’assalto. La stessa nave è stata insolitamente avvistata al largo della Scozia, a 30 miglia marittime da Lossiemouth, sede della flotta di aerei da pattugliamento marittimo della RAF. A febbraio anche gli olandesi avevano avvertito di aver notato movimenti insoliti di navi russe probabilmente interessati a “scoprire come funziona il sistema energetico nel Mare del Nord”.

 

 

 

Una situazione che rende sempre più cruciale per la Nato l’adesione della Svezia all’alleanza, finora bloccata da uno dei membri chiave della stessa, cioè la Turchia. A questo proposito il Segretario della Difesa statunitense Lloyd Austin, in visita ieri a Stoccolma, ha invitato Turchia e Ungheria a ratificare la candidatura del Paese scandinavo «il prima possibile», in particolare prima del prossimo vertice dell'alleanza all'inizio di luglio. «Recentemente abbiamo dato il benvenuto alla Finlandia come 31esimo membro della Nato e non vediamo l'ora di accogliere presto la Svezia come 32esimo», ha dichiarato Austin durante una conferenza stampa congiunta con il ministro della Difesa svedese Pal Jonson. «Prevediamo che la Svezia entri nella Nato entro il vertice di Vilnius a luglio». Parole che mettono pressione al presidente Erdogan e che potrebbero anche tradursi in realtà ma certamente non prima dello svolgimento delle elezioni in Turchia previste per metà del mese prossimo.

 

 

 

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