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Attacco al Cremlino, "come hanno bucato radar e satelliti"

Mirko Molteni
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Hanno aspettato 12 ore, i russi, prima di denunciare un clamoroso attacco aereo, pur simbolico, condotto con due droni ucraini sul Cremlino di Mosca, cuore stesso della Russia. Perché abbiano atteso tanto è l’ennesimo mistero di una guerra in cui il confine tra propaganda, spionaggio, provocazione resta labile. Erano le 14.30 di ieri quando le agenzie di stampa russe TASS e RIA Novosti svelavano che «due droni ucraini hanno tentato di attaccare il Cremlino, ma sono stati neutralizzati», pare da ufficiali di sicurezza con sistemi di disturbo elettronico. Era accaduto attorno alle 2.30 di notte. Dopo la diffusione di un video in cui uno dei droni s’avvicinava a uno degli edifici del Cremlino, il Palazzo del Senato, esplodendo sopra la sua cupola e causandovi un piccolo incendio, la dinamica è stata meglio precisata.

Alle 2.27 il primo drone è arrivato sulla cupola ed è esploso a mezz’aria, forse fatto esplodere con impulsi radio o microonde, non vedendosi scie di proiettili traccianti. Poi alle 2.43 è sopraggiunto il secondo ordigno, precipitato senza far danni. Dopo le anticipazioni della stampa, nel pomeriggio il portavoce Dimitrij Peskov ha accusato il governo di Kiev di aver tentato di uccidere il presidente russo Vladimir Putin: «È un atto terroristico, volevano assassinare il presidente, ma lui è rimasto illeso, non era al Cremlino in quel momento». I droni sarebbero piccoli velivoli a elica UJ-22 simili ad altri che nelle scorse settimane sono stati trovati precipitati in territorio russo.

FABBRICAZIONE UCRAINA DRONI
Usato per missioni di intelligence, sorveglianza e attacco. I russi hanno affermato di averne abbattuti nelle scorse settimane D 3,8 m 3,5 m 6,5 m ucraini non usino ponti radio satellitari sfruttando l'aiuto dell'US Space Force o i data link dei sistemi Starlink concessi da Elon Musk. Gli ucraini negano d’aver compiuto il raid.

L’ULTRALEGGERO E I SOVIETICI
L’UJ-22, fabbricato dall’azienda ucraina Ukrjet, è lungo 3 metri, lo si può raffrontare alla cupola del palazzo, larga 25 metri. Può volare a soli 50 m da terra, ciò lo aiuta a eludere i radar, e porta 20 kg di bombe. Normalmente è telecomandato da terra entro una distanza di 100-150 km, oltre la quale non riceve più segnali diretti, schermati dalla curvatura terrestre. Può spingersi fino a 800 km, cioè la distanza fra l'Ucraina e Mosca, solo in modalità automatica, con minor precisione. A meno che gli L'episodio richiama la beffa con cui nel 1987 il giovanissimo pilota tedesco Mathias Rust, allora 19enne, con un piccolo aereo civile Cessna 172 decollò da Helsinki, in Finlandia, per penetrare nello spazio aereo sovietico e atterrare sulla Piazza Rossa di Mosca. Volando a bassissima quota, venne avvistato e poi perso di vista da radar e caccia russi che non riuscirono a tracciare il suo intero volo.

Abbiamo sentito il parere del generale Leonardo Tricarico, ex-capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Italiana: «Dubito che un attacco del genere, mirato a un obbiettivo puntiforme, se non addirittura alla singola persona di Putin, possa essere organizzato senza il supporto di una intelligence a terra. Sulla capacità della difesa aerea russa, posso dire che non esistono difese aeree impenetrabili. Un velivolo piccolo come un drone, se vola a quota molto bassa, può passare. E ciò nonostante i droni, di per sé, vengano rilevati sia dai radar, sia a vista. Ma vengono avvistati più facilmente se sono ad alta quota oppure se circuitano su una zona per molto tempo. In genere una difesa aerea relativamente impermeabile si ha solo quando essa viene rafforzata in aree ristrette per particolari occasioni, ad esempio come abbiamo fatto noi italiani per proteggere il vertice di Pratica di Mare del 2002 o il Giubileo del 2015. A Mosca finora non c'era un simile meccanismo perché non si avvertiva una minaccia imminente. Ora lo allestiranno in vista della parata del 9 maggio».

AZIONE INUTILE
Il generale Tricarico, peraltro, invita alla dovuta cautela nell'interpretare un raid dai contorni fumosi, che potrebbe essere parimenti un vero attacco ucraino o una provocazione russa: «La dinamica dell'attacco è da verificare, le informazioni sono vaghe. Credo che l’Ucraina abbia solo da rimetterci per un'azione contro il Cremlino. È come andare a colpire un nido di vespe! A quale scopo? Non ne vedo l'utilità per Zelensky». 

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