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Kosovo, sale la tensione con la Serbia: la Nato invia nuove truppe

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La Nato invia altre truppe in Kosovo: "Abbiamo deciso di dispiegare la nostra forza di riserva operativa ma anche di preparare una forza di riserva aggiuntiva, in modo da poterne schierare ancora di più. Il primo dispiegamento di truppe extra sarà di circa 700 militari e sta arrivando. Ma ovviamente questo non significa che stiamo rinunciando a una soluzione politica", dice il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo alla ministeriale informale Esteri dell'Alleanza a Oslo. "Il nostro messaggio sia a Belgrado che a Pristina è che devono impegnarsi in buona fede nel dialogo facilitato dell’Unione europea che è l’unica via per la pace", aggiunge.

E ancora: "Abbiamo visto in Kosovo aumentare le tensioni e abbiamo anche visto la violenza contro le forze di pace della Nato e questo è totalmente inaccettabile. Naturalmente, la Nato rimarrà vigile, saremo lì per garantire un ambiente sicuro e protetto e anche per calmare e ridurre le tensioni". 

Non si placa infatti la tensione nel Nord del Kosovo. Ieri mattina 31 maggio, centinaia di persone di etnia serba si sono radunate davanti al municipio di Zvecan, per protestare contro l’insediamento dei sindaci di etnia albanese eletti in una zona a forte maggioranza serba. Le truppe della missione di pace Kfor, guidata dalla Nato, hanno transennato l’area con recinzioni metalliche per evitare nuovi scontri ma lo scontro si è spostato ora sul piano politico. Con il premier kosovaro sotto accusa da parte di Usa e Francia. Gli Stati Uniti hanno annullato la partecipazione di Pristina all’esercitazione militare Nato Defender 23, a guida americana, e dichiarato che ora ha poco entusiasmo nell’aiutare il Kosovo a muoversi verso l’adesione all’Ue e alla Nato.

Una reazione definita "eccessiva" dal premier kosovaro Albin Kurti, che si dice sorpreso dalle decisioni degli Stati Uniti. Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, ha denunciato la "responsabilità" delle autorità kosovare: "Molto chiaramente - ha detto - c’è una responsabilità da parte delle autorità del Kosovo nella situazione attuale e un mancato rispetto di un accordo importante, siglato solo poche settimane fa". Antonio Tajani ha ricordato che l’ambasciatore italiano ha incontrato il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e "al momento non sono emerse responsabilità della Serbia". L’attacco ai militari italiani della Kfor in Kosovo "è inaccettabile", ha ribadito il titolare della Farnesina, assicurando che la Nato resterà in Kosovo "e anche i nostri militari, a garanzia di stabilità, per impedire che ci sia un aggravamento della situazione".

 

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