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Lucio Caracciolo, "gli Usa hanno scelto la Russia"

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L'America non vuole combattere direttamente la guerra. Lo dice chiaro e tondo Lucio Caracciolo. "Tra alba e tramonto del 24 giugno, mentre Prigozhin marciava su Mosca, Washington ha dovuto scegliere fra Russia e Ucraina. Ha scelto Russia". A detta del direttore della rivista geopolitica Limes, "meglio la stabilità della superpotenza nucleare che una guerra civile innescata dal capo del Gruppo Wagner, per cui Kiev entusiasta tifava".

 

 

Non a caso "Biden ha stabilito che Kiev non può aderire al Patto Atlantico finché dura la guerra con Mosca". Caracciolo, sulle colonne de La Stampa, parla dunque di una "divaricazione latente fra Washington e Kiev ormai palese". Se la prima non intende combattere direttamente Mosca, Kiev non può dire lo stesso. "Per legittima difesa - prosegue -. Americani e russi sono vecchi avversari che si capiscono e rispettano da quasi un secolo. Non si sono mai fatti la guerra calda e lo considerano un punto d'onore".

 

 

Diverso discorso tra Usa e Ucraina che "non sono alleati. Si conoscono poco e male. La Cia è più informata su strutture e intenzioni del potere russo di quanto lo sia sulle ucraine". Non è passato inosservato il fatto che il presidente ucraino si sorprende delle velenose frecciate che gli arrivano sottobanco dagli Stati Uniti e molto se ne irrita. "Washington fa sapere che Kiev ha ripetutamente infranto l'intesa informale stabilita già a fine 2021 dall'intelligence americana con futuri aggressori e aggrediti, su separati tavoli: la Russia si impegnava a non portare lo scontro oltre l'Ucraina e a non impiegare la Bomba, in cambio della promessa americana di non attaccarla né rovesciarne il regime".

Poi il caso Prigozhin ha fatto traboccare il vaso. "Esasperato, a fine giugno il capo delle Forze armate ucraine, generale Zaluzhny, ha confessato al Washington Post di non poterne più di sentirsi ripetere dagli alleati l'avvertimento di risparmiare il territorio russo. Osservazione intelligente. Zaluzhny mette gli americani di fronte alle conseguenze dell'eventuale crollo ucraino: sul piano strategico a perdere sarebbero loro".

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