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Macron licenzia la ministra in posa per Playboy

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Macronista della prim’ora, al governo sin dal primo mandato del presidente nel 2017, la ministra francese Marlène Schiappa è stata silurata. Nel governo rimpastato da Emmanuel Macron non c'è più posto per lei che pure lo ha sempre difeso, anche nei momenti in cui il presidente era più contestato e altri ministri preferivano non esporsi. Spregiudicata, coraggiosa, qualche volta troppo. Tra i motivi per cui è stata fatta fuori, si legge sul Corriere, c'è infatti la copertina su Playboy dello scorso 8 aprile. 

 

 

 

 

"Scelta del tutto inopportuna", aveva tuonato la premier francese Elisabeth Borne non appena sfogliata la rivista hot che aveva dedicato una intervista di dodici pagine alla segretaria di Stato all’Economia sociale, solidale e ambientale benché si trattasse di un servizio "sulla libertà delle donne e sul femminismo". E a poco sono servite le spiegazioni dell'entourage della Schiappa che rivendicava come fosse "la prima politica a comparire sulla copertina di Playboy" per a parlare "della libertà delle donne in Afghanistan" e per ricordare a tutti che "la Francia difende il diritto all’aborto ma anche i diritti LGBT+ nel mondo". Niente. Non c'è nessuna scusante per quello che ha osato fare e la Schiappa è stata messa fuori dal governo. 

 

 

 

 

 

In realtà, puntualizza il corrispondente da Parigi del Corriere Stefano Montefiori, a pesare sulla decisione di Macron è stata la pessima gestione dei due milioni del fondo Marianne alla memoria del professor Samuel Paty. Da parte sua, nel suo messaggio di addio su Twitter, ieri, Marlène Schiappa rivendica di "avere disegnato ponti tra chi guarda TPMP (trasmissione simbolo della tv spazzatura, ndr) e chi ascolta i podcast di France Culture, tra gli anticapitalisti e i miliardari, tra gli appassionati del barbecue e gli amanti dei germogli di soia". Già scrittrice di libri erotici, nel futuro della quarantenne ex ministra potrebbe esserci un incarico nel grande gruppo di comunicazione Publicis.

 

 

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