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Raduno scout, prima caldo-killer poi il tifone: finisce in disgrazia

Carlo Nicolato
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No, stavolta il riscaldamento globale non c’entra. Gli scout del megaraduno mondiale non sono vittime del “climate change” e di tutte le conseguenze, presunte o meno, che ne derivano; lo sono piuttosto di quelli che per loro hanno scelto di svolgere la quadriennale manifestazione, giunta alla sua 25esima edizione, in Corea del Sud in agosto, per di più nei pressi della costa. Una decisione che conferma in pieno la famosa definizione di George Bernard Shaw secondo cui «gli scout sono dei bambini vestiti da cretini, guidati da cretini vestiti da bambini». Qualsiasi guida turistica infatti, qualsiasi sito sul tema, qualsiasi blog specializzato, sconsiglia visite in Corea, specie sulla costa, tra fine giugno e inizio settembre, per via delle alte temperature che superano regolarmente i 30 gradi, del tasso di umidità che arriva facilmente il 90%, il che sarebbe il meno, ma anche e soprattutto della possibilità di essere investiti da pericolosi tifoni. Trattasi di quella che viene comunemente definita “stagione dei monsoni”. Poi ovviamente ognuno è libero di fare quello che vuole, ma sedi mezzo c’è la sicurezza di quasi 40mila giovani perlopiù minorenni beh, forse un minimo di prudenza in più sarebbe stata necessaria. Per gli organizzatori del World Scout Jamboree evidentemente tutto questo però non sembra aver rappresentato un problema, ma lo è adesso per le autorità coreane e per quelle dei 158 Paesi, Italia compresa, che partecipano all’evento.

 


AL SICURO
Insomma, come annunciato, con un migliaio di autobus messi a disposizione dal governo di Seul ieri è iniziato il biblico trasferimento delle disgraziate giovani marmotte, tra le quali 1200 italiane. Saranno trasferite al sicuro, cioè in hotel e strutture adeguate nelle città dell’entroterra, presumibilmente a spese delle autorità. Il viceministro della Corea del Sud per la gestione dei disastri e della sicurezza, Kim Sung-Ho, ha dichiarato che le operazioni richiederanno un certo periodo di tempo, ma dovrebbero concludersi entro oggi, giorno in cui è previsto l’arrivo del tifone Khanun sulla zona di Buan, dove si trovano gli scout, con venti tra i 118 e i 154 km orari. In Giappone, dove staziona da una settimana, ha causato la morte di almeno due persone, oltre a diverse interruzioni dell’energia elettrica, della circolazione ferroviaria e aerea, e parziali evacuazioni. Non è certo una novità, ogni anno i tifoni che si abbattono specie in quella zona dell’estremo oriente, mietono distruzione e morte. Lo scorso mese un tifone che ha colpito 4 province del sud della Corea ha provocato la morte di almeno 37 persone, lo scorso anno un'altra decina di persone è morta nei pressi di Busan e alcune migliaia hanno perso la casa.

 


DISASTRI ANNUNCIATI
Il tifone Hagibis del 2019 ha provocato 121 vittime in Giappone, se poi andiamo indietro nel tempo troviamo vere e proprie catastrofi (segno che almeno in questo senso poco è cambiato nel clima) come quella provocata dal tifone Vera nel 1959 con oltre 5mila morti. Se poi tali manifestazioni atmosferiche non fossero di per sé una buona ragione per evitare di organizzare un evento con 40 mila ragazzi in tenda sulla costa in agosto da quelle parti, c’è anche il caldo che la settimana scorsa ha raggiunto il picco di stagione. Oltre 35 gradi che non rappresentanoun record in Corea, come qualche giornale ha scritto, ma che sono comunque stati sufficienti perché oltre 600 di quei ragazzi accampati soffrissero colpi di calori o altri disturbi legati alla temperatura e all’umidità. «Questa è la prima volta in più di 100 anni del Jamboree mondiale dello scoutismo che abbiamo dovuto affrontare tali sfide», ha dichiarato il segretario generale dell’Organizzazione mondiale del movimento scout (Wosm), Ahmad Alhendawi. Uno dei geni che ha deciso di svolgere tale manifestazione in Corea ad agosto e che a quanto pare si è piegato solo dopo che il governo di Seul ha decretato lo stato di emergenza e ha deciso l’evacuazione. Un capo scout italiano ha comunque riferito che «i nostri ragazzi stanno benissimo, hanno tutti alto il morale e non ci sono situazioni di panico»: la situazione «è calma e serena» e l'evacuazione procede «precisa e funzionale», ha aggiunto. 

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