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Xi Jinping "tentato dall'avventura militare": Cina più povera, le conseguenze

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Xi Jinping

Mirko Molteni
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La locomotiva cinese rallenta e, se la tendenza si dovesse rafforzare, il timore è che il regime comunista di Pechino sia tentato da avventure militari, contro la vittima designata, cioè Taiwan, ma non solo, per distrarre l'opinione pubblica interna col nazionalismo e le parole d'ordine sull'accerchiamento nemico. Negli ultimi giorni navi militari cinesi hanno lambito l'Alaska insieme a quelle russe, in contrapposizione alla Marina USA, mentre unità di Pechino hanno rinnovato la tensione con le Filippine. Il conflitto in Ucraina è scomodo per Pechino, in quanto perturba l'economia mondiale, ma a dispetto della recente conferenza di Gedda, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha rassicurato ieri il collega russo Sergei Lavrov sul fatto che «la Cina è imparziale e resta amica della Russia».

SCENARI DI DECLINO - È presto per uno scenario del genere, ma qualche indizio c'è. Ieri le autorità doganali della Cina hanno reso noto che il luglio 2023 è stato un mese “horribilis” per una potenza che ha scommesso tutto sul commercio estero. Le esportazioni cinesi sono calate del 14,5% rispetto allo stesso mese del 2022. E anche le importazioni hanno subito una batosta del 12,4% nel medesimo periodo. Il surplus della bilancia commerciale è invece calato del 15,7% sul 2022. La Cina non ha ancora superato l'effetto della pandemia Covid-19 sulle catene logistiche e commerciali mondiali. E soffre di una depressione della domanda interna, causata a sua volta dalla crisi del settore immobiliare, eredità della “bolla” del colosso Evergrande. Il che a sua volta ha sovraccaricato il settore bancario cinese. Ha dato un quadro dettagliato, all'agenzia AdnKronos, il sinologo, ovvero esperto di Cina, Francesco Sisci: «È possibile che la tendenza continui tutto l’anno per il raffreddamento dell’economia globale e l’impatto del derisking (cioè, da parte occidentale, la “riduzione del rischio” di dipendere troppo dall'economia cinese). La domanda interna non riparte perché è crollato il driver immobiliare, che per 25 anni ha trainato tutta la crescita e ancor oggi probabilmente occupa il 60% dei crediti bancari. E c’è sfiducia generalizzata di investitori e consumatori dopo tre anni di chiusura per il Covid». Sisci addita inoltre «l’impatto della campagna contro la corruzione che ha eliminato un vecchio modo di fare affari senza però crearne uno nuovo».

 

 

La Cina soffre di carenza di investimenti, interni e stranieri, segno di insicurezza perchè un mucchio di soldi giace nelle banche anziché circolare. E anche se la guerra ha fatto decollare i commerci con la Russia, aggirando le sanzioni, i nuovi affari «non sono tali da compensare gli scambi con America o Europa». Insomma, il gigante asiatico rischia di veder prosciugate, col tempo, le ingenti risorse che gli hanno permesso di diventare una superpotenza in grado di sfidare gli Stati Uniti per l'egemonia nel Pacifico.

I cinesi, proprio mentre stanno terminando la costruzione della loro terza portaerei e mentre, come numero complessivo di navi, hanno superato la US Navy americana, potrebbero essere tentati di anticipare la prevista invasione di Taiwan, per evitare che una crisi prolungata li indebolisca nei prossimi anni. In poche parole potrebbero sfruttare una “finestra d'opportunità” prima che gli Stati Uniti possano aver recuperato terreno con nuovi programmi militari. Il nervosismo del regime cresce e pochi giorni fa il ministero della Sicurezza di Stato, in pratica il servizio segreto interno cinese, si è appellato direttamente alla popolazione, con un annuncio su WeChat, chiedendo «a tutta la società civile cinese di collaborare alla lotta allo spionaggio straniero». Ogni cittadino cinese viene invitato a segnalare e sventare sospetti tentativi di spionaggio, iniziando ad alimentare la psicosi dell’accerchiamento che è la prima molla che fa scattare, e giustificare, un’avventura militare esterna.

 

 

PURGHE E RIARMO - Intanto, Xi Jinping ha dato slancio allo sviluppo del deterrente nucleare nominando nuovo comandante delle Forze Missilistiche Strategiche il generale Wang Houbin, affiancato dal commissario politico comunista Xu Xisheng. Hanno rimpiazzato i precedenti Li Yuchao e Xu Zhongbo, probabilmente vittime di un repulisti agli alti livelli per assicurarsi elementi più fedeli alla linea del presidente. I nuovi capi delle forze atomiche cinesi dovranno accelerare il già consistente programma di potenziamento, che sta portando alla costruzione di 300 silos sotterranei di lancio per missili intercontinentali nelle regioni desertiche della Cina, nonché l'aumento del numero di testate nucleari ad almeno 1500 entro il 2035, come stimano gli Stati Uniti. 

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