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Israele, festa in Iran per i cadaveri in strada

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Maurizio Stefanini
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Iran. «Ci congratuliamo coni combattenti palestinesi», ha detto il consigliere della Guida suprema iraniana Ali Khamenei, Rahim Safavi, dopo gli attacchi di Hamas su Israele. «Saremo al fianco dei combattenti palestinesi fino alla liberazione della Palestina e di Gerusalemme», afferma, secondo l’agenzia semi-ufficiale iraniana Isna. L'Iran viene accusato di avere fornito i missili, e ci sono alcuni video in cui si sentono i sequestratori di civili israeliani parlare in farsi. Una ipotesi estrema è che il regime degli ayatollah risponda in questo modo al Nobel per la Pace conferito alla dissidente in carcere Narges Mohammadi. Una ipotesi estrema opposta ricorda i legami tra Iran e Armenia in chiave anti-turca e quelli tra Israele e Azerbaigian per ipotizzare una risposta al colpo azero sul Nagorno Karabakh.

Forse più solida è l'ipotesi di una manovra per bloccare l’avvicinamento in corso tra Israele e Arabia Saudita. Comunque l’Iran appoggia e pilota Hamas da sempre, e dunque forse più semplicemente si è colta l'occasione della grave spaccatura in corso nella politica israeliana, che ha reso evidentemente la difesa dello Stato ebraico meno all'erta del solito.

Libano. A Beirut, capitale del Libano, Paese politicamente dominato da una coalizione di governo di cui fa parte il partito armato filo-iraniano Hezbollah, alcune decine di persone hanno festeggiato in strada l'offensiva di Hamas contro Israele. Analoga manifestazione di solidarietà è stata espressa nel sud del Libano, da una serie di pescherecci che sono salpati dal porto di Sidone, 40 km a sud di Beirut, sventolando bandiere palestinesi in sostegno dell’offensiva di Hamas.

 

Egitto. Ha invitato israeliani e palestinesi a «dare prova di moderazione», in seguito al lancio di un’offensiva militare di Hamas dalla Striscia di Gaza, seguita dagli attacchi israeliani sull’enclave palestinese. Il ministro degli Esteri Sameh Choukri ha avvertito del «grave pericolo dell’escalation in corso» e ha detto che sta cercando di mobilitare «attori internazionali» affinché «intervengano immediatamente».

Giordania. Il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi in dichiarazione congiunta con il collega egiziano ha espresso la loro «profonda preoccupazione per il progressivo e pericoloso deterioramento degli eventi». Safadi ha però messo in guardia in una dichiarazione separata sulla «volatilità» della situazione, «in particolare alla luce degli attacchi israeliani e delle violazioni contro il popolo palestinese testimoniate nelle città e nelle regioni della Cisgiordania».

Arabia Saudita. Sta negoziando con Israele per normalizzare i rapporti tra i due Paesi, ha chiesto la fine immediata dell'escalation tra israeliani e palestinesi. «Il regno sta seguendo da vicino gli sviluppi senza precedenti tra un certo numero di fazioni palestinesi e le forze di occupazione israeliane», ha dichiarato il ministero degli esteri saudita su X. «Il regno chiede la fine immediata dell'escalation tra le due parti, proteggere i civili e dare prova di moderazione». 

Russia. «Se l'avessimo saputo l’ avremmo evitato», ha dichiarato Mikhail Bogdanov, vice ministro degli Esteri russo e inviato del Cremlino per il Medio Oriente e l'Africa, citato dall'agenzia Interfax. «Siamo in contatto con tutti. Con gli israeliani, i palestinesi e gli arabi» e «naturalmente, chiediamo sempre la moderazione», ha sottolineato. «Si tratta di una ricaduta di un conflitto che dura da 75 anni. Mosca è in contatto con tutte le parti, compresi i Paesi arabi. Chiediamo un cessate il fuoco immediato e la pace». 

Ucraina. «Tutto ciò che la Russia sta facendo in Ucraina sta distruggendo la sicurezza globale, le regole globali, gli accordi globali. Di conseguenza, il mondo sta precipitando nel caos e le comunità terroristiche stanno cominciando a comportarsi in modo più provocatorio e aggressivo e persino a dichiarare guerra a interi Paesi», scrive il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak. «Esiste una sola soluzione al problema (se, ovviamente, si vuole ritornare alla prevedibilità e alla stabilità): una drammatica accelerazione della sconfitta della Russia. Come sponsor principale del terrorismo globale e come autore del deliberato crollo del diritto internazionale». 

Stati Uniti. Joe Biden «avverte qualsiasi attore ostile a Israele che cerchi di approfittare della situazione», si legge in un comunicato stampa diffuso immediatamente dalla Casa Bianca. Gli Stati Uniti «sono pronti a offrire tutta l’assistenza adeguata per sostenere il governo e il popolo di Israele». «Non c’è mai alcuna giustificazione per il terrorismo. Israele ha il diritto di difendersi». 

Unione Europea. «Condanno con la massima fermezza l'insensato attacco portato avanti da Hamas contro Israele», ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. «Questa violenza non è né una soluzione politica né un atto di coraggio. Questo è puramente terrorismo. L’Unione Europea sta dalla parte di Israele» che «ha il diritto di difendersi da attacchi così atroci». 

Onu. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha esortato la comunità internazionale a compiere «sforzi diplomatici per evitare un allargamento della conflagrazione» tra Israele e Hamas, «condanna con la massima fermezza l’attacco di questa mattina di Hamas alle città israeliane vicine alla Striscia di Gaza e al centro di Israele» e si dice «profondamente preoccupato per la popolazione civile e invita alla massima moderazione».

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