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Zelensky diserta all'ultimo l'incontro col Senato Usa: girano brutte voci

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Una importante questione “last minute” impedirà a Volodymyr Zelensky di partecipare alla riunione al Senato Usa dove era atteso per spiegare agli alleati lo stato dell'arte sul campo di battaglia contro la Russia. Non sono stati forniti altri dettagli sull'assenza a sorpresa del presidente ucraino che ha annullato il video-appello ai senatori nè dal diretto interessato, nè dal leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, che ha parlato di una importante questione dell'ultimo momento.

Di certo c'è che il capo di gabinetto di Zelensky, Andriy Yermak, aveva già avvertito gli alleati di un "elevato rischio" di perdere la guerra senza il continuo sostegno degli Stati Uniti. "Sarà difficile mantenere le stesse posizioni, e per le persone sopravvivere", aveva detto, in un discorso presso l’Istituto per la pace degli Stati Uniti a Washington poche ore prima che Zelensky si ritirasse dalla videoconferenza programmata con i senatori statunitensi durante la quale avrebbe dovuto informarli sullo sforzo bellico.

Zelensky, mentre disdiceva l'appuntamento con Washington, ha annunciato però la partecipazione alla riunione in videoconferenza dei leader del G7 organizzato dal primo ministro giapponese Fumio Kishida. Lo annunciato il portavoce del governo giapponese Hirokazu Matsuno spiegando che i leader del G7 discuteranno di "questioni importanti che la comunità globale si trova ad affrontare", inclusa la situazione in Ucraina e in Medioriente.  Nelle stesse ore, comunque, lo stato maggiore ucraino è rimasto a Washington nel tentativo di farsi assicurare un altro pacchetto di aiuti nonostante il direttore del bilancio della Casa Bianca, Shalanda Young, abbia avvertito repubblicani e democratici che i soldi per gli aiuti all'Ucraina sono finiti e che non c’è più "una pentola magica di finanziamenti" dalla quale attingere.

Ecco allora che il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umjerov, il presidente del Parlamento, Ruslan Stefanchuk, e il braccio destro del presidente, Andrei Yermak, sono nella capitale Usa per cercare di convincere deputati e senatori repubblicani a ripensarci. Stefanchuk ha incontrato il presidente della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Mike Johnson, al quale ha spiegato che l'Ucraina ha urgentemente bisogno di continuare a ricevere maggiori aiuti "finanziari e militari" dagli Stati Uniti. "Ho sottolineato che la velocità dell'avanzata dei soldati ucraini sul fronte dipende dalla velocità della fornitura di armi all'Ucraina", ha spiegato a Johnson durante l'incontro. Il presidente del Parlamento ucraino ha inoltre insistito sulla "disponibilità" dell'Ucraina ad attuare tutte le riforme necessarie per ridurre la corruzione e rafforzare lo stato di diritto (proprio le lacune ucraine in questi campi sono uno degli argomenti dei repubblicani che si oppongono a continuare l'invio di denaro e armi a Kiev). 

 

Oltre a Stefanchuk, che appartiene al partito di Zelensky, questa settimana a Washington sono presenti anche deputati dell'opposizione come Oleksy Goncharenko, anche lui per cercare di convincere gli scettici della necessità di continuare a inviare aiuti. Da parte sua, il ministro della Difesa ucraino Umjerov, cercherà di concludere accordi con le società americane della difesa che consentano all'Ucraina di rafforzare la propria produzione di armi. L'Ucraina cerca di raddoppiare la propria capacità produttiva nel più breve tempo possibile per ridurre la dipendenza dall'assistenza straniera; e il 6 e 7 dicembre si terrà a Washington una conferenza congiunta ucraino-americana proprio sulla difesa. "Dobbiamo guardare al futuro", ha detto Yermak.

 

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