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Il blogger Murz svela le perdite dell'esercito russo e muore suicida: la firma di Putin?

Daniele Dell'Orco
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Il principale accusatore del Cremlino sulla morte di Alexei Navalny è Vladimir Osechkin. Il fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net, parlando al Times ha stravolto la versione ufficiale fornita dalle autorità russe sulla morte improvvisa in carcere del dissidente russo. Osechkin ha superato sia la «sindrome della morte improvvisa» che sostengono i russi, sia l'avvelenamento da Novichok ipotizzato dalla moglie di Navalny. Secondo Osechkin la tecnica mortale sarebbe stata quella del pugno al cuore. Si tratta di una mossa cara al fu Kgb sovietico, che la usava per uccidere persone con un colpo preciso al petto dopo averle esposte al freddo glaciale.

Osechkin, che cita una fonte nel personale della colonia penale artica dov'era ristretto Navalny, sostiene che la sua teoria sia compatibile con i lividi trovati sul corpo dell’attivista che sarebbe stato raggiunto dal pugno dopo la famosa «passeggiata all'aperto» durata ben più a lungo della classica ora d'aria. Intanto la madre, Lyudmila Navalnaya, ha denunciato la Federazione russa per «atti illegali» nei confronti del figlio. Un tribunale dell’estremo nord russo la esaminerà il mese prossimo. Alla donna, a sei giorni di distanza dal decesso, non è ancora stato concesso di vedere il corpo del figlio.

Nelle scorse ore ha iniziato a tenere banco un caso simile avvenuto in Bielorussia, dov'è morto un altro prigioniero politico, Igor Lednik, in circostanze ancora da chiarire. Si trovava in cella da oltre un anno dopo aver rimediato una condanna a tre anni per diffamazione contro il presidente Alexander Lukashenko. Il presidente bielorusso ieri è tornato a parlare, non di Lednik bensì dei suoi «timori fondati» che possa «scoppiare una terza guerra mondiale». Allo stesso tempo però, ha definito «stupidità totale» l'ipotesi che la Russia «si stia preparando ad attaccare i paesi baltici». Secondo Lukashenko, «la fase attuale è caratterizzata dal confronto di civiltà tra Oriente e Occidente». In questo terreno di scontro continuo i servizi segreti polacchi e americani starebbero «preparando una provocazione su larga scala contro la popolazione civile della Polonia, di cui saranno accusate Russia e Bielorussia».

 

IL RUOLO DEI WAGNER

Anche per far fronte a eventualità del genere Minsk non sta solo addestrando ormai da oltre sei mesi il suo esercito con istruttori della PMC Wagner, ma sta modernizzando il suo arsenale e ricevendo nuove armi da Mosca, tra cui due divisioni missilistiche antiaeree e sistemi missilistici Iskander-M. In Russia il fronte interno galvanizzato dalla cattura di Avdeevka, è stato scosso dal suicidio del blogger militare Andrey Morozov, noto come Murz. Dopo l'ingresso nella città industriale alle porte di Donetsk da parte dell'esercito di Mosca, Murz aveva citato sul suo canale Telegram da oltre 100mila follower alcune testimonianze di soldati che hanno preso parte all'assalto e si scagliavano contro il Ministero della Difesa che non li avrebbe equipaggiati in modo adeguato, i comandi di una PMC impegnata nella zona, «i giornalisti leccaculo» che non avrebbero riportato la realtà dei fatti e le ingenti perdite in battaglia (quantificate in 16mila morti). Murz, che in passato aveva combattuto nelle fila della milizia popolare di Lugansk ed era comunque un sostenitore della Russia, era stato preso di mira nel programma televisivo di Solovyov, uno dei principali megafoni del Cremlino, accusato di «screditare» l’esercito di Mosca. Alcuni degli ospiti di Solovyov hanno lasciato intendere che qualcuno avrebbe dovuto far pagare a Murz un prezzo salato per le sue esternazioni. Il blogger, però, ha deciso di rompere gli indugi e postare una sorta di «testamento» annunciando il suo suicidio.


PROPAGANDA

La caduta di Avdeevka è costata parecchio anche all'esercito ucraino che sta indietreggiando di diversi chilometri verso la linea di difesa naturale tra Berdychi e Orlovka, consegnando in mano russa altri villaggi nel mezzo come Lastockhino. Secondo il New York Times, nella «fuga caotica» dalla città, oltre all'equipaggiamento occidentale lasciato indietro che i russi hanno già iniziato a mostrare come bottino, quasi un migliaio di soldati sarebbero rimasti in trappola e caduti in mano nemica. Per il portavoce del gruppo di truppe ucraino “Tavria” Dmitry Likhovoy, però, il report sarebbe imbevuto di «propaganda russa». 

 

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