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Aborto in Costituzione, Francia prima al mondo. Rivolta del Vaticano: "Non può essere un diritto"

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"Fierezza francese, messaggio universale”: così il presidente Emmanuel Macron ha commentato l'introduzione della libertà di aborto in Costituzione. Lo ha deciso il Congresso, che oggi ha riunito a Versailles 925 deputati e senatori, dopo la convocazione decisa da Macron. Presente il premier Gabriel Attal, che ha detto: “Abbiamo un debito morale” dopo decenni di “lacrime e sangue” delle donne costrette ad abortire in clandestinità. Poi, riferendosi alle donne americane, ungheresi, polacche, ha aggiunto: “Il diritto all'interruzione di gravidanza resta minacciato”.

"La legge - ha spiegato Attal - determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita per la donna di ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza”. Si tratta, nello specifico, della modifica all'articolo 34, ora inserita nella Costituzione. Dopo un lungo dibattito semantico, tra l'altro, non è il “diritto” all'aborto che entra nella Legge fondamentale, ma la “libertà garantita”. A votare a favore sono stati 780 parlamentari, contrari 72. Tra questi ultimi soprattutto esponenti di destra. Marine Le Pen, invece, ha votato a favore pur contestando la necessità di questa garanzia costituzionale.

 

 

 

Molto critico il Vaticano, secondo cui "non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana", come fatto sapere dalla Pontificia Accademia per la Vita. "Di tutti i Paesi europei, la Francia è l'unico dove il numero di aborti non cala ed è anche cresciuto negli ultimi due anni", si legge in una nota firmata, in particolare, dal presidente della Conferenza episcopale francese, Eric de Moulins-Beaufort. In ogni caso, per celebrare questo momento storico, la diretta del voto a Versailles è stata trasmessa sulla piazza del Trocadéro e sullo sfondo la Tour Eiffel si è illuminata. 

 

 

 

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