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Zelensky, la donna-talpa e le truppe paracadutate: come provano ad ucciderlo

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Il missile russo che ha sfiorato l'auto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del premier greco che era andato a trovarlo a Odessa ha riacceso i timori sul leader ucraino, che è stato nel mirino del Cremlino fin dall'inizio del conflitto. Basti pensare che già il 24 febbraio del 2022 i soldati russi furono a un passo dal catturarlo. Le truppe d'elite erano state paracadutate a Kiev proprio per prendere Zelensky, ma alla fine furono intercettate a Hostomel. 

I russi, poi, provarono a irrompere all'interno del palazzo presidenziale ma furono respinti due volte. Nelle prime settimane di guerra Stati Uniti e Gran Bretagna si offrirono anche di evacuare il presidente, che però rifiutò. Il 26 febbraio un nuovo tentativo venne fatto dai ceceni guidati da Ramzan Kadyrov, ma fallì grazie alla soffiata di un funzionario dell'Fsb russo in contrasto con la linea ufficiale: i militari furono uccisi alla periferia di Kiev. Il capo del consiglio di sicurezza nazionale, Oleksiy Danilov, disse che Zelensky era sopravvissuto a tre tentativi di omicidio in una settimana. Mentre per il consigliere Mykhailo Podolyak i tentativi sarebbero stati almeno 12. 

 

 

 

L'estate di un anno fa, poi, le attenzioni dei servizi ucraini si sono concentrate su una donna, sospettata di raccogliere informazioni per conto dei russi nella regione di Mykolaiv. Una vera e propria talpa, insomma. Secondo Kiev, era parte di un piano per uccidere Zelensky durante una visita nella zona, probabilmente con "un massiccio bombardamento aereo". La donna, però, non è stata arrestata subito. Si sarebbe preferito lasciarla libera per un po' così da fare un controspionaggio necessario a proteggere il leader. Tutti questi episodi hanno inevitabilmente contribuito a rafforzare il cordone attorno a Zelensky, che ha una scorta ravvicinata; militari che controllano cibi, biancheria e lenzuola; la possibilità di mantenere riservati i propri spostamenti; e la bonifica di uffici e rifugi.

 

 

 

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