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TikTok, la Camera Usa vota la messa al bando. E la Cina minaccia

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TikTok rischia di essere messo al bando negli USA. La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato a grande maggioranza una proposta di legge che costringerebbe TikTok a disinvestire dal suo proprietario cinese o a essere bandito dallo Stato. "Un atto di bullismo" l'ha definito il portavoce del ministero degli Esteri della Cina, Wang Wenbin. E da Pechino hanno avvertito che questa mossa "si ritorcerà inevitabilmente contro gli Stati Uniti". La tensione è altissima fra i due Paesi. 

I deputati americani hanno votato 352 a favore della proposta di legge e 65 contro, con un'intesa bipartisan che non si vedeva da tempo. La norma è stata varata in virtù dell'incredibile successo che ha avuto il social in tutto il mondo. La paura è che tutto quel potere generato da un utilizzo di massa possa essere assoggettato al governo cinese

 

 

Il destino della legge è incerto al Senato ma Joe Biden ha già annunciato che firmerà il provvedimento nel caso finisca sulla scrivania dello Studio Ovale. La misura impone alla società madre di TikTok, ByteDance, di vendere l'applicazione entro 180 giorni, pena l'esclusione dagli app store di Apple e Google negli Stati Uniti. Il provvedimento dà inoltre al presidente il potere di designare altre applicazioni come una minaccia per la sicurezza nazionale se sotto il controllo di un Paese considerato avversario degli Stati Uniti. L'amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew, è volato a Washington per raccogliere consensi e provare a fermare la legge. "Quest'ultima legge, approvata in tutta fretta e con una velocita' senza precedenti, senza nemmeno il beneficio di un'udienza pubblica, pone seri problemi costituzionali", ha scritto Michael Beckerman, vicepresidente di TikTok per le politiche pubbliche.

 

 

La maggioranza dei repubblicani ha deciso di appoggiare l'iniziativa e votare con i democratici, nonostante la contrarietà del candidato in pectore del Gop, Donald Trump. L'ex Presidente, che nella notte ha conquistato i delegati mancanti per ricevere la nomina di candidato alla Casa Bianca, ha dichiarato di essere contrario al divieto, soprattutto perché rafforzerebbe Meta, il proprietario di Instagram e Facebook, che ha definito "nemico del popolo". 

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