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Ilaria Salis, la sinistra alza la tensione: la mossa kamikaze a Budapest

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Ilaria Salis è di nuovo al centro di una bufera diplomatica che riguarda l'Italia e l'Ungheria. La nostra connazionale è detenuta da 13 mesi in carcere dopo aver partecipato lo scorso anno ad alcuni scontri durante la Cerimonia dell’onore, il maxi raduno neonazista che ogni anno richiama a Budapest nostalgici di Hitler da tutta Europa. La Salis è accusata di aver aggredito tre militanti di estrema destra. E oggi, nell’udienza sulla richiesta per i domiciliari, la Salis è stata portata in tribunale ammanettata e con le catene. Fuori dall'aula si è scatenato il caos con alcuni esponenti della sinistra, giunti a Budapest per sostenere la Salis. Alcuni estremisti di destra avrebbero urlato insulti contro gli amici della Salis, tra cui anche Zerocalcare: "Vi spacchiamo la testa", avrebbe detto qualcuno come riporta Repubblica.

Ma di certo la presenza dei parlamentari di sinistra a Budapest ha acceso ancora di più il fuoco della tensione. "Il trattamento riservato a Ilaria Salis è un’esibizione di arroganza che Orban indirizza al nostro Paese e a tutti agli ordinamenti che rispettano i diritti delle persone. Questo non è un episodio della politica interna italiana e nessuno ha interesse a strumentalizzare la situazione di una concittadina trattata indegnamente, la questione è di rapporti tra Stati e la premier Meloni dovrebbe rigettare questa vera e propria provocazione, questo insulto che arriva da Budapest direttamente a Roma", ha affermato la Serracchiani.

 

 

Anche Fratoianni tuona: "Insieme ad Ilaria Cucchi siamo in quest’aula di tribunale a Budapest per seguire l’udienza del processo di Ilaria Salis, ancora una volta entrata con manette e catene. Siamo qui per mostrare ad Ilaria e alla sua famiglia tutta la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Per mostrare che la Repubblica italiana non abbandona le proprie cittadine, nonostante l’assenza della maggioranza e del governo Meloni. Perché è necessario difendere lo stato di diritto, difendere la libertà e i valori dell’Europa, e affinché la nostra concittadina possa tornare a casa". E la senatrice Sandra Zampa non è da meno: "È stato profondamente doloroso rivedere ceppi ai piedi e manette alle mani di Ilaria Salis. Una evidente violazione del diritto ad un trattamento rispettoso della dignità della persona e in violazione della Convenzione europea dei diritti umani sottoscritta e recepita anche dall’Ungheria. Ora siamo in aula per sostenere Ilaria e dare un concreto segnale della vicinanza del suo paese a lei e ai suoi genitori che sono qui, in tribunale, con lei. L’udienza, appena iniziata, dovrà decidere sulla concessione degli arresti domiciliari che l’avvocato di Ilaria Salis ha chiesto nei giorni scorsi consegnando la documentazione necessaria per fare in modo che il giudice si esprima entro la giornata di oggi. Abbiamo ascoltato il giudice dire che la decisione sarà assunta in giornata. Il governo italiano deve lavorare per tutelare i suoi cittadini al di là dei loro orientamenti politici. E la maggioranza di governo avrebbe fatto bene ad essere qui con noi oggi. Il tema non può essere se si è di destra o di sinistra: diritti umani, dignità della persona, proporzionalità delle pene non hanno colore politico". 

Insomma la sinistra non fa l'unica cosa utile per la Salis al centro di un delicatissimo caso diplomatico: abbassare i toni. E in questa direzione vanno le parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani: "Non va bene, vanno sempre rispettati i diritti dei detenuti, soprattutto di quelli in attesa di giudizio come prevedono le norme comunitarie: continuiamo ripeterlo. Mi auguro che possano essere concessi gli arresti domiciliari e che poi possa essere assolta. Ma non politicizziamo il processo, perché se viene politicizzato chi ne subisce più le conseguenze è la Salis". 

 

 

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