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Morte Ebrahim Raisi, ecco chi è stato arrestato in Iran

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Il presidente iraniano Ebrahim Raisi è morto ma il regime degli Ayatollah non è certo a rischio. La repressione, sempre durissima contro i contestatori, continua. Infatti, dopo l'incidente in elicottero di domenica 19 maggio, il procuratore generale iraniano Mohammad Kazem Movahhedi Azad ha avviato un giro di vite contro gli utenti che hanno pubblicato e pubblicano online e sui social festeggiamenti e insulti contro il defunto presidente.

Non appena è stata confermata la notizia della morte di Raisi, Azad ha cominciato a chiedere arresti per combattere il fenomeno. Sui social media, infatti, non mancano le voci dissenzienti che ricordano il ruolo svolto da Raisi nell’esecuzione di migliaia di prigionieri politici negli anni ’80 e nella violenta repressione delle proteste antigovernative. Alcuni di questi utenti hanno quindi espresso gioia per la morte del presidente.

 

 

La polizia informatica iraniana dopo avere fatto un confronto tra un'ottantina di pagine web e dei social media ha messo in guardia i siti internet dal pubblicare "notizie o voci calunniose" sulla tragedia. Lo ha affermato oggi il capo della polizia informatica Vahid Majid. Il giro di vite della Repubblica islamica ha colpito anche la giornalista Manijeh Moazen che ha annunciato su X di essere stata indagata per aver pubblicato un articolo proprio sulla morte di Raisi. L'anno scorso la stessa reporter era stata arrestata per ben 19 giorni per aver criticato il governo.

 

 

La polizia iraniana ha anche fatto irruzione nella casa di Reza Babrnejad, fratello del 22enne Mahdi, ucciso durante le proteste del 2022, e lo ha arrestato per avere pubblicato sulla sua pagina Instagram, un video che ritraeva il fratello quando era ancora in vita mentre ballava con tanto di commento relativo alla morte del presidente: "esiste di sicuro una risposta allo spargimento del sangue dei giovani uccisi e alla sofferenza delle loro madri". A essere convocata al dipartimento dell'Intelligence anche Shaghayegh Mohammadi, moglie del famoso calciatore Mhamamdhossein Moradmand, dopo avere pubblicato un brano di poesia, che è diventato virale dopo l'incidente, in cui diceva che "gli oppressori non raggiungeranno mai i loro obiettivi".

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