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Bimba sopravvive alla medusa killer

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Per la scienza è un caso unico. La "vespa di mare" ogni anno fa più vittime dello squalo bianco

Eleonora Crisafulli
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Nessuno era mai riuscito a sopravvivere all'attacco di una cubomedusa. Per questa ragione la storia sensazionale e unica di una bambina  che si è salvata dopo un incontro ravvicinato con la "vespa dei mari" sta facendo discutere medici e biologi di tutto il mondo. L'attacco - Lo scorso dicembre, l'australiana Rachael Shardlow, 13 anni, stava nuotando in un fiume vicino a Gladstone nel Queensland, quando è stata attaccata dalla medusa. Soccorsa dal fratello, con le gambe completamente avvolte dai tentacoli, la ragazzina faticava a respirare e aveva temporaneamente perso la vista. Dopo sei settimane in ospedale, la tredicenne si è ripresa, nonostante sui suoi arti inferiori siano rimasti i segni del micidiale veleno. Il caso sarà oggetto di studio visto che, come ha assicurato Jamie Seymour, zoologo dell'università James Cook del Queensland, chi viene attaccato da una cubomedusa muore. Prima di Rachael nella letteratura scientifica non esistevano casi di sopravvivenza ad attacchi di questo tipo. La cubomedusa - Con i suoi tentacoli e il veleno urticante, la medusa killer può uccidere un uomo in meno di tre minuti, provocando spasmi muscolari, paralisi dell'apparato respiratorio e arresto cardiaco. Nelle acque australiane, in un anno causa più di settanta decessi, facendo più vittime dello squalo bianco.

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