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La Corte Suprema Usa rivedrà un caso di un condannato a morte

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Il prigioniero ha chiesto che siano effettuati i test del DNA. Crede che la comparazione lo possa scagionare

Tatiana Necchi
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La Corte Suprema Americana rivedrà il caso di Henry "Hank" Skinner. Il condannato a morte, la cui esecuzione fu sospesa il 24 marzo scorso, un'ora pirma che fosse eseguita. Skinner è stato condannato per un triplice omicidio avvenuto la notte di Capodanno del 1993. Ma il prigioniero ha chiesto che siano effettuati i test del DNA convinto che, comparati con il corredo genetico delle vittime, possano scagionarlo. Il detenuto, di 47 anni, non ha mai negato la propria presenza nell'abitazione delle vittime il giorno della strage ma ha sempre affermato la propria innocenza nella strage. Di questa è persuaso anche David Protess, professore di giornalismo alla Northwestern University, che con i suoi studenti ha condotto un'inchiesta approfondita sulle accuse nei confronti del condannato a morte. Protess e i suoi studenti sono riusciti a scagionare in passato sette persone condannate per omicidio, delle quali tre a morte. A muoversi in favore di Skinner è stata anche Parigi, attraverso il presidente Nicolas Sarkozy e il ministro degli esteri Bernard Kouchner. I due politici francesi erano stati convinti a intervenire in sua difesa dalla moglie del condannato, Sandrine Ageorges-Skinner, fautrice dell'abolizione della pena di morte.

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