Mia Schem, ostaggio di Hamas: chi l'ha stuprata tornata in Israele

Israele sotto choc per la terribile storia della 23enne rapita il 7 ottobre del 2023: tornata a casa e violentata dal vip
lunedì 5 maggio 2025
Mia Schem, ostaggio di Hamas: chi l'ha stuprata tornata in Israele
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Dalle mani di Hamas a quelle di un altro aguzzino, insospettabile. Il dramma di Mia Schem non sembra conoscere fine. La tatuatrice israeliana di 23 anni è stata ostaggio dei palestinesi per 55 giorni e ora ha confessato di essere stata vittima di violenza sessuale da parte di un personal trainer, influencer molto noto sui social tra chi è appassionato di fitness. 

Rapita dai terroristi il 7 ottobre del 2023 al Nova Music Festival, nel deserto del Negev al confine con la Striscia, Mia è stata ostaggio di Hamas a Gaza per quasi due mesi. Tra le prime vittime israeliane rilasciate e tornate in patria, il 30 novembre dello stesso anno, la Schem da quel momento ha iniziato a vivere un nuovo incubo. Le sue condizioni di salute sono state segnate infatti da crisi epilettiche causate da un fortissimo stress post-traumatico, legato alla prigionia nei sotterranei di Gaza. 

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Il ritorno a casa, come prevedibile, era stato dunque difficilissimo. La ragazza si era spesa per gli altri ostaggi ancora in mano dei palestinesi, diventando uno dei volti-simbolo della campagna per riportare i suoi connazionali in patria. Poi, nel marzo del 2025, la rivelazione della nuova tragedia.

In una intervista esclusiva alla tv israeliana Channel 12, Mia ha spiegato di essere stata stuprata dall'allenatore nel suo appartamento. Dopo aver trascorso con il personal trainer tre sedute di allenamento, l'uomo avrebbe detto di volerle presentare un produttore di Hollywood interessato alla sua storia, con l'obiettivo di realizzare un film. 

Dopo un primo incontro saltato in hotel, Mia e il personal trainer si sono incontrati nuovamente a casa della ragazza: dopo aver fatto allontanare con una scusa un'amica della Schem presente, sarebbe avvenuto lo stupro. Mia si è svegliata "violata e disorientata", senza ricordare nulla di quanto accaduto nelle ore precedenti, ma con ferite e lividi su tutto il corpo.  "L'ho capito subito da come mi sentivo fisicamente. Avevo un buco nero nella memoria", ha raccontato. "Era la mia paura più grande: essere violentata - ha quindi dichiarato al Daily Mail -. Temevo potesse accadere a Gaza, e invece è successo qui, nella mia casa, il luogo in cui avrei dovuto sentirmi al sicuro". "Vedere mia figlia sopravvivere all'inferno per poi essere ferita in questo modo, è inaccettabile. Dobbiamo proteggere chi ha già sofferto troppo", sono state le parole di sua madre, sconvolta.