Trump sgancia la bomba su Istanbul: "Forse venerdì"

giovedì 15 maggio 2025
Trump sgancia la bomba su Istanbul: "Forse venerdì"
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A Istanbul non è ancora finita: da Doha, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che potrebbe visitare la Turchia se i negoziati tra Russia e Ucraina dovessero procedere. "Sapete, se succedesse qualcosa, andrei venerdì", ha detto il capo della Casa Bianca in Qatar, seconda tappa del suo tour nel Golfo. Segno che nonostante le annunciate assenze del presidente russo Vladimir Putin e del suo ministro degli Esteri Sergej Lavrov (al loro posto, il consigliere del Cremlino Vladimir Medinsky che già aveva seguito il dossier ucraino nel 2022), non tutte le strade per la pace siano impercorribili. Trumè si è mostrato ottimista anche sull'esito dei colloqui sul programma nucleare iraniano. "Penso che ci stiamo avvicinando alla possibilità di raggiungere un accordo".

Da Washington, nel frattempo, il segretario di Stato americano Marco Rubio afferma apertamente che gli Usa sono aperti a "qualsiasi meccanismo" che contribuisca a portare la pace in Ucraina. Trump "ha chiarito che vuole che la guerra finisca", ha affermato. "È aperto a praticamente tutti i meccanismi per raggiungere una pace giusta e duratura", ha aggiunto poco prima dell'inizio di una riunione dei ministri degli esteri della Nato ad Antalya, in Turchia.

I funzionari ucraini a loro volta hanno dichiarato che incontreranno la delegazione russa solo per discutere di come attuare e monitorare un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni proposto dall'amministrazione americana, come scrive il Wall Street Journal. La decisione di Putin di inviare a Istanbul funzionari di seconda fascia ha precluso la possibilità di qualsiasi svolta, affermano i diplomatici occidentali. Nominando Medinsky, ex ministro della Cultura, a capo della delegazione, Putin vuole essenzialmente una capitolazione ucraina, anche se le forze russe faticano ad avanzare. Oggi, evidenzia il Wsj, la domanda è da che parte si schiererà Trump. 

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"L'Ucraina ha mantenuto la parola e sta qui a Istanbul. Di fronte c'è una sedia vuota, quella di Putin che trascina i piedi e non ha voglia di entrare nei negoziati nonostante l'impegno del presidente Trump", è il commento del ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot al suo arrivo ad Antalya, poco dopo aver incontrato il suo omologo ucraino Andrij Sybiha. "Putin ha inviato un team tecnico, chiaramente per evitare sanzioni massicce che gli Usa e l'Ue si apprestano a infliggere al settore dell'energia e delle finanze per costringerlo a porre fine alla sua guerra di aggressione", ha proseguito il capo della diplomazia francese. "La nostra speranza è che qui, ai negoziati in Turchia, si arrivi a un cessate il fuoco immediato, ma dobbiamo evitare di ricadere in tre trappole, come nel 2022. Prima ci deve essere un cessate il fuoco, perché non si può negoziare sotto le bombe. Il massacro di Bucha ha allora fermato tutto. Secondo punto, non si può imporre la smilitarizzazione dell'Ucraina, che deve poter garantire la propria sicurezza e difendersi. Terzo, le sanzioni vanno rimosse alla fine dei negoziati, non all'inizio", ha precisato Barrot. "Stiamo accompagnando l'Ucraina, ma nel contempo ci prepariamo a costringere Putin".