Un ringraziamento alla Corte Suprema, un avvertimento all'Iran, che potrebbe venire bombardato di nuovo, e un messaggio agli altri Paesi: gli Stati Uniti potrebbero anticipare la scadenza del 9 luglio, quello dell'entrata in vigore dei dazi, con misure pesanti. Donald Trump ha parlato con i giornalisti per un'ora, su di giri dopo la sentenza della Corte Suprema che gli ha riconosciuto il diritto a imporre a livello nazionale le sue decisioni, senza doversi vedere bloccare da ingiunzioni di giudici federali.
Trump ha così annunciato che entrerà rapidamente in vigore il divieto di cittadinanza per nascita per tutti i figli di immigrati irregolari e per quei turisti "che vengono qui in vacanza" e fanno nascere i bambini per garantire loro la cittadinanza. Il principio, sancito dal 14esimo emendamento, ha ricordato il tycoon, è stato liquidato come un "diritto inteso per i figli degli schiavi non per gente che voleva truffare il sistema".
La sentenza sullo Ius soli ha dominato tutta la prima parte della affollata conferenza, durante la quale il ministro della Giustizia Pam Bondi ha mandato un avvertimento alle corti di grado inferiore: "Non avremo più giudici ribelli". Il resto lo ha messo Trump, che ha parlato di "persecuzione dei giudici" verso la sua agenda politica, "come non si è mai visto nel ventesimo secolo" e di "colossale abuso di potere". A causa delle domande dei giornalisti, Trump è passato da un tema all'altro, toccando più volte quello sui dazi, in vista della scadenza del 9 luglio, giorno in cui dovrebbero entrare le barriere doganali americane. Il presidente ha confermato di "aver raggiunto un accordo con la Cina e probabilmente con altri quattro, cinque Paesi", ma anche mandato un avvertimento ad alcuni, tra cui forse l'Unione Europea. "La scadenza del 9 luglio - ha detto - non è decisiva". "Possiamo fare tutto quello che vogliamo - ha aggiunto - potremmo estenderla. Potremmo accorciarla. Mi piacerebbe accorciarla. Mi piacerebbe mandare lettere a tutti e dire: 'congratulazioni, pagherete il 25%'". E prima di annunciare di aver interrotto i negoziati con il Canada, sul rischio recessione, di cui hanno parlato molti analisti, è stato netto: "Tornate a scuola di economia - ha detto - abbiamo incassato finora 88 miliardi di dollari dai dazi, e altri soldi arriveranno".
Poi ha promesso che non toglierà mai i dazi, anche se a New York "dovesse arrivare un comunista, e sarebbe un disastro". Il riferimento è a Zohran Mamdani, il giovane consigliere municipale che ha vinto le primarie democratiche per la scelta del candidato sindaco di New York, presentando un'agenda che prevede l'incremento della tassazione di ricchi e corporation e aiuti alle famiglie delle fasce deboli.
Sull'Iran Trump ha risposto con un "assolutamente" a chi gli chiedeva se fosse disposto a ordinare un nuovo bombardamento se risultasse che il programma iraniano di arricchimento dell'uranio va avanti. Trump ha respinto l'ipotesi che il materiale fissile sia stato trasferito in tempo, prima del bombardamento americano, e ha ripetuto che i "siti nucleari sono stati rasi al suolo". In ogni caso ha chiesto che gli impianti, o quel che resta, vengano visitati da rappresentanti dell'Aiea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, o da "qualcuno che rispettiamo", ha chiarito il presidente, a conferma che al di la' degli annunci, anche lui vorrebbe la conferma che l'attacco aereo ha portato a termine gli obiettivi.