La Chiesa deve superare l’epoca di Barack Obama

Alla Chiesa occorrono uomini di Dio come Wojtyla, Ratzinger e Giussani per riprendere la sua missione e liberarsi del vecchio establishment Dem
di Antonio Soccisabato 5 luglio 2025
La Chiesa deve superare l’epoca di Barack Obama
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La Chiesa Cattolica sembra aver smarrito la strada a causa di una grave sudditanza ideologica. Quella che Maurizio Molinari, già direttore di Repubblica, ha sintetizzato così: «(Francesco) è stato un Papa che sin dall’inizio ha trasformato il messaggio di Barack Obama in un messaggio globale. Viene eletto nel 2013 e riflette, porta nel mondo, quello che all’epoca era il messaggio di Barack Obama. Lui se ne fa portatore». In effetti il suo pontificato ha adottato i temi obamiani dando una versione teologica del cambiamento climatico, dell’immigrazione, dell’ecumenismo e dell’ideologia Lgbt. È stata la sottomissione allo spirito del tempo, alla “dittatura del relativismo”. Già in altri momenti la barca dei cristiani era stata investita da impetuose modeideologiche Per esempio dall’onda del conformi smo marxista dopoil Concilio.

Lo stesso Paolo VI, sconcertato, confidò a Jean Guitton: «Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa». Con l’arrivo di Giovanni Paolo II, nel 1978, la Chiesa fu liberata da quella sudditanza all’ideologia marxista. Ma poi il problema si è ripresentato e negli ultimi tempi la “colonizzazione ideologica” è stata più forte. Non giudico le intenzioni. Evidentemente Francesco ha ritenuto che, facendo di quei temi la propria agenda, la Chiesa potesse raggiungere tutti. Ma non è stato così. La cristianità ne è uscita devastata e smarrita. Tanto che rischia di realizzarsi la frase di Andrea Emo: «La Chiesa è stata per molti secoli la protagonista della storia, poi ha as sunto la parte non meno gloriosa di antagonista della storia. Oggi è soltanto la cortigiana della storia».

Tempo fa, don Luigi Giussani, la commentò così: «Ecco: noi non vogliamo vivere la Chiesa come cortigiana della storia. Se Dio è entrato nel mondo non è per essere cortigiano, ma redentore, salvatore, punto affettivo totale, verità dell’uomo. È questa passione che ci tormenta e determina ogni nostra mossa... che la Chiesa non sia cortigiana, ma protagonista della storia» (da L’avvenimento cristiano). Poi, per spiegarsi, citò una frase di Giovanni Paolo II ai giovani: «Come tutti i giovani del mondo voi siete alla ricerca di ciò che è importante e centrale nella vita. Nonostante alcuni di voi possano essere lontani dalla fede e dall’affidamento a Dio, siete venuti qui perché siete veramente alla ricerca di qualcosa d’importante su cui basare le vostre vite... Permettetemi di dirvi che io capisco i vostri problemi e le vostre speranze. [...] Oggi, giovani amici, desidero parlarvi riguardo la pace e la gioia che possono essere trovate, non nel possedere ma nell’essere, [e l’essere si afferma] conoscendo una persona e vivendo secondo il suo insegnamento. Questa persona è Gesù Cristo, nostro Signore e Amico. Egli è il Centro, il punto focale, colui che ci riunisce nell’amore». Anche oggi l’umanità cerca chi le parli così di Gesù Cristo. Di lui, non di raccolta differenziata e di clima (oltretutto con argomenti sbagliati). C’è una grande fame di Dio. Ma alla Chiesa occorrono uomini di Dio come Wojtyla, Ratzinger e Giussani per riprendere la sua missione e liberarsi del vecchio establishment Dem. A proposito: Draghi tornerà anche quest’anno al Meeting di Rimini. Un Meeting obamiano e ormai da anni de-giussanizzato.
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