Se dovessimo definire il momento storico spagnolo con una locuzione dotta potremmo prendere in prestito quella ben nota relativa alla dissoluzione dell’impero asburgico e mutuare “Finis Austriae” in “Finis Hispaniae”. Gli elementi ci sono tutti, dagli scontri istituzionali che non risparmiano nemmeno la Casa Reale, a quelli territoriali tra la capitale e le regioni indipendentiste, e perfino qualcosa in più, come la corruzione che almeno aveva in gran parte risparmiato l'Austria-Ungheria, ma che sta affondando Madrid nella melma. O meglio in quella che l’opposizione ha definito «la cloaca del Psoe».
Non passa settimana infatti che il Paese governato da oltre un lustro dai socialisti, e che per tale motivo viene spesso preso da massimo esempio anche dalla sinistra nostrana, non venga travolto da un nuovo scandalo. E non passa settimana che il limite di bassezza raggiunto non venga superato da un nuovo abisso di sudiciume che sposta sempre più in basso tale limite. Il simbolo di questa corsa all’autodistruzione è ovviamente il premier Pedro Sanchez, e non tanto perché sia direttamente coinvolto negli scandali, almeno non in tutti, ma quanto perché la sua sfacciata e persistente resistenza a rimanere aggrappato al potere gli si sta clamorosamente ritorcendo contro.
Sanchez demolito in aula da Abascal: "Gara a chi ruba di più"
"Quelli del Partito popolare sono più corrotti dei socialisti". La difesa del premier spagnolo Pedro Sa...Il leader del Psoe ha fronteggiato con apparente schiena dritta tutti gli scandali che hanno coinvolto il suo partito, da quello Koldo a quello direttamente connesso relativo al suo numero tre Santos Cerdan, passando per quello che ha coinvolto più o meno consapevolmente la moglie Begoña Gomez, rispondendo infine con una sorta codice morale per mettere in riga il partito, che include tra le altre cose regole precise affinché i tesserati non frequentino prostitute e soprattutto non le inquadrino nei ranghi. Più che per gli appalti pilotati o i contratti truccati Sanchez è rimasto particolarmente ferito dai riferimenti sessuali misogini e insultanti risultati nelle intercettazioni dei suoi corrotti compagni socialisti.
Fratelli d'Italia umilia Elly Schlein: "Tu segui chi vuoi, noi..."
"Meloni sbaglia tutto, seguiamo la Spagna". Disse Elly Schlein qualche tempo fa. Parole e musica della segret...Un’onta indelebile per un presidente che vanta nel suo Consiglio ben 14 ministri di sesso femminile e che fa della lotta per la parità di genere una delle principali bandiere del governo. Ma è trascorsa appena una settimana dalla stesura delle sue tavole antiprostituzione che ecco che ti salta fuori la storia di come lo stesso Sanchez e la sua famiglia abbiano economicamente beneficiato di entrate provenienti dalla gestione di bordelli e saune equivoche cui la famiglia della moglie Begoña, ancora lei, si dedicava. Una rivelazione clamorosa cui il premier spagnolo non ha di fatto ancora risposto ma che si basa su fatti inoppugnabili e non interpretabili. I giornali spagnoli hanno raccontato con tanto di prove di come il suocero Sabiniano Gómez, il padre di Begoña, e i suoi fratelli gestissero almeno nove saune e bordelli a Madrid e in regioni come León o Segovia. Di come per decenni in tali postriboli si praticasse prostituzione eterosessuale e omosessuale. Di come la stessa Begoña avesse svolto compiti contabili per l'azienda del padre, dal che si evince che fosse pienamente consapevole di quello che accadeva in tali case d’appuntamento.
Altri particolari aggravano ulteriormente la faccenda, come il fatto che nel 2006, quando Begoña sposò Pedro, suo padre cedette le proprietà ai suoi fratelli nel tentativo di nasconderle dalle più che prevedibili critiche alla carriera politica del genero. O come quella multa da 66mila euro che l'azienda di famiglia ricevette dall’Ispettorato del lavoro per aver sfruttato undici prostitute straniere prive di documenti e, ovviamente, di contratto di lavoro. Queste donne erano immigrate brasiliane, colombiane e nigeriane, vivevano nella struttura dove esercitavano, un attico di 140mq a Madrid diviso in 14 nicchie, e lavoravano su turni di dieci ore per una retribuzione calcolata non sulla prestazione, ma sulla quantità di bevande che convincevano i clienti a consumare.
E Sanchez che c’entra? Il buon Pedro c’entra eccome. Appena sposato andò a vivere a Pozuelo de Alarcón, quartiere residenziale di lusso alle porte di Madrid, in un appartamento di proprietà della moglie. Più tardi la coppia si trasferì in un’altra casa a Pozuelo, che la moglie aveva ereditato dalla madre e qui vissero fino all’ingresso di Pedro alla Moncloa. La terza proprietà di cui Sánchez ha beneficiato è una residenza per le vacanze a Mojácar (Almeria), acquistata dalla moglie nell'aprile 2013. Ma, come se non bastasse, il venditore era la società San Bernardo 36 SL, la società del padre e degli zii nata per la gestione di saune gay a Madrid.
A quel tempo, Sánchez era già deputato del PSOE al Congresso e viveva nelle case comprate con i soldi ricavati dallo sfruttamento delle prostitute nigeriane. Il premier non ne sapeva nulla? È altamente improbabile trattandosi dell’attività della moglie, ma in attesa di una sua risposta sulla spinosa questione non va dimenticato che il suo governo sarebbe già caduto se non si reggesse sull’appoggio degli indipendentisti catalani ai quali ha promesso in cambio un referendum, l’ennesimo, sull’indipendenza e l’amnistia, già votata due anni fa, e sulla cui liceità si è espressa ieri in modo negativo la Commissione Europea. Il leader dell’opposizione Alberto Feijóo ha provato a sondare la possibilità di una mozione di sfiducia ma ha ricevuto di fatto la risposta negativa e provocatoria dei catalani esuli a Waterloo che tengono governo e Spagna sotto ricatto. Adelante Pedro, sin juicio.