Parla chiaramente «di una visione» strategica la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Seguendo «l’insegnamento di Enrico Mattei». La cooperazione bilaterale «si basa sul reciproco, vantaggioso, sviluppo», dice. E avverte: «Non devi pensare che puoi portare via qualcosa dalle Nazioni con cui cooperi». Ma «che devi sempre porti il problema di lasciare qualcosa, di costruire qualcosa che consenta a entrambe le Nazioni di crescere insieme».
È dall’inizio della legislatura che l’esecutivo sta lavorando al nuovo “Piano Mattei” per mettere in piedi accordi di cooperazione economica (ma non solo) con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo. E le prime intese - sottoscritte ieri con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, a Villa Pamphilj - rappresentano solo l’inizio di un intervento ben più esteso nel continente africano. «È questa la visione che il governo ha scelto di declinare su ampia scala», ha spiegato Meloni a conclusione del vertice dove erano presenti i rappresentanti del governo e pure delle imprese coinvolte. Da tempo Palazzo Chigi lavora a questo progetto. «In particolare con il piano per l’Africa che prende proprio il nome di Mattei. Un modello di cooperazione non predatorio, ma vantaggioso per tutti».
La scelta dell’Algeria - spiega l’agenzia di stampa Ageei è strategica. È questo infatti il primo Paese fornitore di gas dell’Italia. Dettaglio non trascurabile per un Paese come l’Italia che dipende energeticamente dall’estero. Nel continente africano l’Algeria è il primo partner economico dell’Italia, così come per l’Algeria il nostro Paese è già oggi il secondo fornitore. Le esportazioni nel 2024 hanno raggiunto il valore di 2,9 miliardi di euro e oltre 150 aziende italiane sono già presenti nel Paese africano. L’Italia ha una lunga tradizione di rapporti economici. Non a caso il colosso energetico italiano Eni, guidato da Claudio Descalzi, ha sottoscritto un nuovo protocollo d’intesa con la società pubblica algerina, Sonatrach.
L’intento è rafforzare la cooperazione «nel campo degli idrocarburi, della transizione energetica e delle energie rinnovabili» con particolare attenzione alla «sicurezza energetica e allo sviluppo economico dei due Paesi». In sostanza le due società si impegnano «favorire l’incremento della produzione di gas, e l’estensione dei contratti di approvvigionamento di gas destinato all’export verso l’Italia». E non si tratta solo di pompare più gas, commercializzarlo o scoprire nuovi giacimenti. Il progetto lo spiega il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che garantisce «la disponibilità dell’Italia a mettere a disposizione tecnologie, formazione e competenze, in un’ottica di sviluppo agricolo sostenibile». E alcuni accordi innovativi - come quello già avviato dalla società italiana Bonifiche Ferraresi - prevede «la concessione della durata di 40 anni, rinnovabile, di 36 mila ettari per la realizzazione di un progetto agricolo integrato». Federico Vecchioni, presidente esecutivo di Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana (7.750 ettari) , punta sullo sviluppo non solo delle «coltivazioni» ma anche alla realizzazione di «impianti per la trasformazione alimentare», formando e impiegando personale locale. Un protocollo apposito prevede anche l’allargamento dei piani per la pesca. E pure «iniziative congiunte nei settori della sostenibilità, dell’innovazione e della valorizzazione delle produzioni». Non solo a uso alimentare ma anche per trasformare scarti di produzione e arbusti oleosi in biocarburante.
Altro capitolo da sviluppare è sicuramente quello finanziario. Da oltre 10 anni Cassa Depositi e Prestiti offre supporto finanziario pubblico a molte iniziative. E ora Cdp, spiega l’ad Dario Scannapieco, «ha un ruolo importante». Gli impegni finanziari per sostenere le imprese italiane in Algeria raggiungono già ora 1 miliardo di euro. L’intenzione, sotto l’ombrello del “Piano Mattei”, è di sviluppare «un rapporto di collaborazione con istituzioni e banche di sviluppo locali simili a Cdp».
Oltre alle intese economiche spiccano quelle strategiche: come la realizzazione affidata a Telecom Italia Sparkle e Algerie Telecom, per la posa di un nuovo cavo sottomarino tra i due Paesi e lo sviluppo di data center in Algeria. Ice, Sace e Simest garantiranno supporto alle imprese interessate. L’Italia è l’hub per gli scambi bilaterali con tutto il continente africano. E proprio per questo deve fare i conti con i flussi migratori. Non a caso proprio Meloni, con il presidente Tebboune ha sottolineato l’importanza della «stabilità e sicurezza nell’area mediterranea». Annunciando un maggior coordinamento «nel contrasto al terrorismo», così come già è stato attuato «un eccellente coordinamento» nel «contrasto all’immigrazione illegale», e per «la cooperazione» nelle «aree Sar». Così come è stata definita la «cooperazione tra le Forze Armate italiane e algerine», ha spiegato il ministro della Difesa, Guido Crosetto.