Gaza, carestia orchestrata da Hamas. E l'Onu blocca gli aiuti

Il capo dello Stato ebraico per la prima volta nella Striscia dal 7 ottobre: "Stiamo agendo secondo il diritto internazionale". I terroristi islamici rifiutano la bozza di accordo sugli ostaggi e fermano la trattativa in Qatar
di Amedeo Ardenzagiovedì 24 luglio 2025
Gaza, carestia orchestrata da Hamas. E l'Onu blocca gli aiuti
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La guerra si fa in due: e se Israele continua a martellare Gaza per riportare a casa gli ostaggi e distruggere Hamas, il gruppo terrorista islamico non appare troppo interessato a una tregua. Lo scriveva ieri sera il Jerusalem Post, sottolineando come Hamas non avesse ancora fornito una risposta ufficiale alla proposta israeliana presentata una settimana fa attraverso i mediatori. Al contrario, il gruppo avrebbe «avanzato nuove richieste su questioni che erano già state risolte», secondo quanto riferito mercoledì da un funzionario israeliano. Sarebbero stati gli stessi mediatori egiziani e qatarioti, al lavoro da mesi a Doha, a rifiutarsi di trasmettere agli emissari di Gerusalemme la risposta di Hamas perché «questa non è una risposta seria. Tornate indietro e redigete una nuova bozza».

Il nodo del contendere sarebbero gli aiuti umanitari, con il gruppo del terrore che insiste affinché tutti gli aiuti entrino a Gaza solo attraverso le Nazioni Unite, nonostante gli accordi precedenti stabilissero che «gli aiuti durante i giorni dell’accordo saranno consegnati da entità non affiliate né a Israele né a Hamas». La strategia dei tempi lunghi e la richiesta sugli aiuti svela ancora una volta come il gruppo armato di ispirazione islamica non abbia mai cambiato strategia: il suo obiettivo è massimizzare il numero delle vittime civili palestinesi per lucrare sul loro sangue. Quello che Hamas non tollera è soprattutto che gli aiuti passino da canali indipendenti anziché attraverso quelli dell’Onu – Unrwa in testa – che il gruppo ha addomesticato o occupato dall’interno. Su questo punto l’intesa fra Israele e gli Usa è totale: ieri il portavoce israeliano, David Mencer, rispondendo alla denuncia di una «carestia di massa» a Gaza da parte di 109 Ong, ha affermato che la scarsità di cibo non è provocata da Israele, ma orchestrata da Hamas. Secondo le Ong «la fame colpisce anche chi presta aiuto, mentre l’assedio israeliano ostacola ogni risposta umanitaria».

Per Mencer, al contrario, «Hamas sta cercando di impedire la distribuzione di cibo: stanno saccheggiando i camion di aiuti umanitari». Il portavoce ha ricordato che dal 19 maggio sono entrati a Gaza circa 4.500 camion, tra cui 2.500 tonnellate di alimenti per l’infanzia e alimenti ipercalorici per bambini. E che ci sono più di 700 camion di aiuti a Gaza in attesa di essere distribuiti dall’Onu.

In rete sono anche circolate immagini di miliziani di Hamas che bastonano i civili palestinesi intenti a prendere aiuti umanitari distribuiti da Israele. Ieri anche il mediatore americano-palestinese Beshara Bahbah ha criticato il comportamento di Hamas, affermando che le tattiche dilatorie del gruppo stanno costando ogni giorno la vita a decine di palestinesi. «Non c’è alcuna ragione convincente per ritardare la risposta, né per richiedere modifiche non essenziali, soprattutto considerando che si tratta di un periodo di negoziazione di 60 giorni senza vittime e senza spargimenti di sangue». Il negoziato ritorna intanto a Roma dove il ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer dovrebbe incontrare oggi una delegazione di alti funzionari qatarioti, nonché Steve Witkoff, inviato speciale per il Medio Oriente del presidente Donald Trump. In questo clima ieri il capo dello stato d’Israele Isaac Herzog ha messo piede nella Striscia di Gaza. Il presidente si è rivolto ai riservisti del battaglione 969 delle Idf ai quali ha consegnato un messaggio: «Attualmente sono in corso intensi negoziati, grazie alle vostre azioni e a quelle di tutti coloro che combattono nella Striscia. Sarete voi a riportare i nostri ostaggi a casa. Stiamo operando qui e fornendo aiuti umanitari nel rispetto del diritto internazionale: coloro che cercano di sabotare questi aiuti sono Hamas e i suoi miliziani».

Ieri il portavoce delle Idf ha anche pubblicato immagini di presunti membri di Hamas che banchettano con cibo fresco in uno dei tunnel costruiti sotto Gaza. Non è chiaro in quale periodo siano state riprese le immagini. «Questi terroristi non sono eroi, sono ladri che si prendono cura di se stessi a vostre spese», hanno spiegato le Idf rivolte alle Ong. Al nodo Gaza ieri se ne è aggiunto uno nuovo: il Parlamento unicamerale d’Israele, la Knesset, ha approvato oggi, con 71 voti a favore e 13 contrari, una mozione non vincolante sull’annessione della Cisgiordania. «La terra di Israele appartiene al popolo di Israele», ha dichiarato il presidente della Knesset, Amir Ohana, dopo il voto, aggiungendo che «gli ebrei non possono essere gli occupanti» della loro patria ancestrale. Stando a quanto riportato dal Times of Israel, la mozione descrive «la Giudea, la Samaria e la Valle del Giordano come parte inseparabile della storica patria del popolo ebraico» e chiede l’applicazione della sovranità israeliana su queste aree. A favore della risoluzione ha votato una maggioranza più ampia di quella che sostiene il governo di Benjamin Netanyahu.

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