«Crudeltà abietta, disumanità senza limiti: questo è ciò che Hamas incarna. Le immagini insopportabili che mostrano gli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza ne sono un orribile promemoria». Ci è voluto il video di un ostaggio israeliano nelle mani di Hamas da quasi settecento giorni – nel filmato diffuso venerdì 1° agosto si vede Evyatar David mentre scava, pallido e malnutrito, quella che potrebbe essere la sua tomba in un tunnel a Gaza – per spingere il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ad alzare la voce contro il movimento terroristico palestinese, a invocarne la smilitarizzazione e a sottolineare che la priorità assoluta è la liberazione delle donne e degli uomini che dal 7 ottobre 2023 sono imprigionate in condizioni disumane.
«Pensiamo con commozione a Evyatar David, a Rom Braslavski (israeliano di 21 anni, catturato al festival Nova nel deserto del Negev, il cui volto emaciato è apparso in un altro video diffuso il 31 luglio dalla Jihad islamica palestinese, ndr), a tutti gli ostaggi ancora detenuti, nonché alle loro famiglie e ai loro cari che vivono un inferno da oltre 660 giorni», ha dichiarato l’inquilino dell’Eliseo, aggiungendo che «la liberazione di tutti gli ostaggi» è «la priorità assoluta e un imperativo per la Francia». «Continuiamo ad agire senza sosta in tal senso, per ottenere questa liberazione incondizionata, per ristabilire immediatamente il cessate il fuoco e per consentire l’invio massiccio di aiuti umanitari, ancora bloccati alle porte di Gaza», ha promesso Macron.
Il ministro degli esteri israeliano Saar: "La Palestina è lo Stato di Hamas. E Francesca Albanese è antisemita"
Cinquantanove anni, fondatore del partito di centrodestra Nuova Speranza, Gideon Saar è il ministro degli Esteri ...UN DEBOLE PER L’ISLAM
Da venerdì, la Francia lancia quotidianamente tonnellate di pacchi umanitari per via aerea sopra la Striscia di Gaza. Il presidente francese, tuttavia, ribadisce che «questo lavoro» non basta, ma «deve essere accompagnato da una soluzione politica per il giorno dopo. Questa soluzione è quella dei due Stati, Israele e Palestina, che vivono fianco a fianco in pace». Una soluzione, precisa Macron, che comprende «la completa smilitarizzazione di Hamas», «la sua completa esclusione da ogni forma di governo e il riconoscimento di Israele da parte dello Stato di Palestina». La pubblicazione dei video che mostrano Evyatar David e Rom Braslavski ha generato un’ondata di choc in Israele, dove si è riacceso il dibattito sulla necessità di raggiungere al più presto un accordo per liberare gli ostaggi. Delle 251 persone rapite il 7 ottobre 2023 durante il pogrom di Hamas contro Israele, 49 sono ancora detenute a Gaza. Ma in Israele, così come nella comunità ebraica francese, a suscitare indignazione è anche il piano di riconoscimento della Palestina da parte di Macron e il suo attivismo per coinvolgere sempre più Paesi in questa direzione.
In un’intervista al settimanale Le Point, Yonathan Arfi, presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif), ha definito il riconoscimento della Palestina da parte della Francia un segno di «debolezza», ma soprattutto un regalo a Hamas. La decisione di Macron «è già stata salutata da Hamas come una vittoria e una ricompensa per la strategia del terrorismo», ha detto Arfi, prima di aggiungere: «Quali che siano le intenzioni del capo dello Stato, questa decisione controproducente rafforza purtroppo Hamas». A confermare questa posizione è stato ieri Ghazi Hamad, membro di spicco del politburo di Hamas, secondo cui l’ondata di riconoscimento in divenire di uno Stato palestinese da parte di diverse nazionali occidentali è il risultato del massacro del 7 ottobre 2023. Su Al Jazeera, Hamad ha chiesto all’intervistatore: «Perché tutti i Paesi riconoscono oggi uno Stato palestinese? Prima del 7 ottobre, qualche Paese ha mai osato riconoscere uno Stato palestinese?». Poi ha affermato: «I frutti del 7 ottobre hanno spinto il mondo intero ad aprire gli occhi sulla questione palestinese, e si stanno muovendo verso di essa con forza. In altre parole, il popolo palestinese è un popolo che merita uno Stato».
Ieri, intanto, potrebbe essersi chiuso il caso di Nour Atallah, studentessa palestinese di 25 anni cui la Francia aveva rilasciato visto e borsa di studio per frequentare Sciences Po Lille a partire da settembre, prima di rendersi conto che era una propagandista di Hamas. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha annunciato su X che la studentessa è stata espulsa verso il Qatar, che ha accettato di accoglierla e dove potrà continuare i suoi studi.