L'equilibrio nucleare ha dato all'Europa 80 anni di pace

Più della paura della guerra, poté il terrore della bomba atomica: le virtù della deterrenza
di Marco Patricelligiovedì 7 agosto 2025
L'equilibrio nucleare ha dato all'Europa 80 anni di pace

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Più che la paura della guerra poté il terrore dell’atomica. La deterrenza nucleare applicata alla guerra fredda ha congelato la soluzione radicale all’egemonia mondiale di una delle due superpotenze Usa e Urss. E questo nonostante il monopolio statunitense fosse durato ben quattro anni. Le bombe atomiche vennero sfoggiate a soli fini dissuasivi durante il blocco sovietico di Berlino nel 1948, poiché gli Stati Uniti avevano una base in Gran Bretagna da cui era possibile bombardare Mosca.

Ma Stalin aveva preteso sui suoi scienziati di recuperare il distacco tecnologico militare e il 29 agosto 1949 aveva fatto esplodere una bomba a fissione nucleare simile a quella americana lanciata il 9 agosto 1945 su Nagasaki. La deterrenza si giocava su un equilibrio dinamico con ricaduta sull’assenza di un confronto armato diretto. L’unico momento in cui la superarma venne concretamente messa sul tavolo di guerra è stato nel 1950, quando il generale Douglas MacArthur chiese al presidente Harry Truman di valutare la richiesta di lanciarne una cinquantina sulla Cina per risolvere brutalmente il conflitto in Corea. Venne di conseguenza rimosso dal comando nell’aprile del 1951. Alla presidenza degli Stati Uniti finì successivamente un altro generale, Dwight Eisenhower, il quale nel 1952 varava la strategia secondo cui un attacco agli Usa avrebbe provocato una rappresaglia su grande scala, secondo il Mutual Assured Distruction: la sicura distruzione totale reciproca, che equivaleva a una dottrina dissuasiva su formule diverse dalla guerra convenzionale. L’Urss era avvisata.

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Proprio quell’anno al Club dell’atomica militare si aggiunse la Gran Bretagna; la Francia l’avrebbe fatto nel 1960 e la Cina nel 1964. Da quel momento tutti i Paesi vincitori della seconda guerra mondiale nonché membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu erano potenze nucleari. In posizione paritaria, ma non certamente dal punto di vista numerico, visto il proliferare degli arsenali atomici in grado di distruggere in un colpo l’intera Terra per non si sa quante volte. Julius Robert Oppenheimer, il padre della prima bomba, aveva visto giusto sia sullo strapotere della reazione a catena applicata alla guerra, sia sulla possibilità che potesse costituire una dissuasione a un conflitto sul modello di quello che aveva insanguinato il mondo nel 1939-1945 e si era chiuso appunto con l’olocausto in Giappone.

Le bombe del 6 e 9 agosto 1945 erano state fatte esplodere dagli americani a circa mezzo chilometro dalla superficie di Hiroshima e Nagasaki, e proprio per questo motivo le due città sono state poi ricostruite superando il problema della contaminazione radioattiva del terreno. Per quanto pericoloso e sempre sul filo del rasoio, il gioco degli equilibri tra le potenze si è retto su tutto un sistema di contrappesi che hanno limitato il confronto a quello tra le dottrine militari dei due blocchi attraverso le guerre locali, assicurando comunque decenni di pace calibrata all’Europa per quanto divisa dalla Cortina di ferro.

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Ma alla bomba atomica sono giunti poi anche Paesi più instabili, come India, Pakistan e Corea del Nord, e uno come Israele che della deterrenza atomica ha una necessità vitale per la sua stessa sopravvivenza. Talmente tanto da agire in prevenzione contro le nazioni più ostili. Il 7 giugno 1981 un bombardamento chirurgico sul reattore nucleare di Osirak sull’Iraq di Saddam Hussein impedì la conversione dell’uranio a usi bellici, e lo stesso è stato fatto poche settimane fa contro l’Iran sui siti per il trattamento dell’uranio arricchito.