Al 1.264esimo giorno di guerra, con l’Ucraina dissanguata e la Russia appena infragilita, c’è chi guarda al summit di Ferragosto tra Donald Trump e Vladimir Putin e vede nero. C’è invece, in altri, il grido gioioso del naufrago che si costruisce una vita su dieci metri di terra con una palma in mezzo e aspetta l’incontro con compulsivo ottimismo. La via di mezzo, prudenziale, ma che manda al mittente tutti i grigiori della mente, è quella indicata dal segretario generale della Nato Mark Rutte: il presidente americano «metterà alla prova» il leader russo. «È importante vedere quanto Putin sia serio e l’unico che può farlo è Trump», ha dichiarato Rutte a Cbs News. Come con Israele e Iran, quando Rutte diede a Trump del «paparino» per la sua capacità di gestire il conflitto, anche in questo caso il presidente americano «ha sostanzialmente sbloccato la situazione» nel momento in cui ha avviato un dialogo con lo zar all’inizio dell’anno, dopo la fallimentare diplomazia di Joe Biden. «È uno sviluppo cruciale – ha continuato l’olandese – e certamente non sarà l’ultima parola».
Che l’incontro sia in forma bilaterale o trilaterale, insomma, l’Ucraina sarà coinvolta nei negoziati, «ma è importante avviare la fase successiva esercitando pressione sui russi, esattamente come ha fatto Trump negli ultimi sei mesi». Non solo perché è riuscito a convincere i membri Nato ad aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil (e così rafforzare il fronte nord-orientale dell’Alleanza, dalla Polonia all’Artico scandinavo fino al Mar Baltico e al Mar Nero romeno); ma anche perché continua a consegnare armi a Kiev, anche attraverso i partner europei. Infine, ha imposto sanzioni secondarie ad alcuni dei maggiori acquirenti di petrolio e gas russi, tra cui l’India. Indipendentemente da ciò che accadrà venerdì, ha concluso Rutte, l’Ucraina avrà «ciò di cui ha bisogno per continuare a combattere e trovarsi nella migliore posizione possibile» quando arriverà il momento di sedersi al tavolo per un cessate il fuoco o un accordo di pace. Ora, ad aggiungersi alla fondata speranza del segretario generale della Nato ci sono altri due fatti.
Putin-Trump, al summit la vera posta in gioco è la deterrenza nucleare
Il vertice del 15 agosto in Alaska fra Donald Trump e Vladimir Putin alimenta speranze sul futuro degli equilibri strate...Il primo, riportato dal Telegraph, è che l’Ucraina potrebbe accettare di cedere parte del territorio controllato dalla Russia in cambio di un piano di pace sostenuto dall’Unione europea. Il leader ucraino Volodymyr Zelensky, preoccupato che i negoziati passino sopra la sua testa e consapevole di non avere le forze per riconquistare campo, avrebbe detto ai leader europei di respingere qualsiasi accordo comporti la rinuncia di ulteriori lembi di terra. La Russia potrebbe però conservare parte delle regioni occupate. Tradotto: congelare la linea del fronte lì dov’è e consegnare di fatto all’invasore il controllo del territorio che detiene militarmente nell’Ucraina sudorientale, a Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson e Crimea, a patto di avere garanzie di sicurezza da parte degli alleati nella forma di rifornimenti di armi e di un percorso verso l'inclusione del suo Paese nella Nato. Escluso dai negoziati, invece, il Donbass: «Se ci ritirassimo, perderemmo le nostre fortificazioni, il nostro terreno, le alture che controlliamo – ha spiegato ZelenskyApriremmo un ponte ai russi per preparare un’offensiva». D’altronde, anche Trump, ha dichiarato la settimana scorsa che «qualsiasi accordo comporterà uno scambio di territori». Idem, il vicepresidente J.D. Vance: «L’accordo alla fine non renderà felici né la Russia né l'Ucraina». E di nuovo Trump, l’altroieri, alla domanda di un giornalista su eventuali modifiche dei confini, ha risposto che «la Russia ha occupato una grande porzione dell’Ucraina (il 20% rispetto ai confini del 1991, ndr). Cercheremo di restituire parte di quel territorio all’Ucraina». Spunta qui un “cavillo” e cioè che il controllo della Russia sul territorio ucraino non potrà mai essere accettato “de jure”, in senso legale, ha spiegato Rutte. Zelensky ha sventolato sotto il naso degli europei la costituzione ucraina, che impedirebbe di cedere territorio senza un referendum nazionale. Trump ha tagliato corto: «Voglio dire, Zelensky ha l’approvazione per andare in guerra e uccidere tutti, ma gli serve l’approvazione per fare uno scambio di territori?».
Il secondo fatto che fa ben sperare sono le reazioni delle Borse: secondo il Financial Times, alla notizia dei colloqui tra la Casa Bianca e il Cremlino i prezzi dei titoli di Stato ucraini sono aumentati e «stimoleranno altri asset legati all’economia russa». Un’obbligazione con scadenza nel 2029 è salita da 62 a 67 centesimi di dollaro durante la settimana. E i debiti più esposti a un accordo di pace e alla ripresa economica – perché pagheranno di più se l’Ucraina riuscisse a superare gli obiettivi di crescita del Fondo monetario internazionale nel 2028 – sono saliti da 47 a 54 centesimi. «La gente è ancora scettica – ha spiegato al Ft Roger Mark, analista della società di gestione patrimoniale Ninety One – ma credo che forse abbiamo sottovalutato un po’ Trump. La gente non si aspettava che l’ultimatum a Putin potesse guidare la situazione». Per capirlo basterà pochissimo: «Nei primi due minuti dell’incontro – ha assicurato Trump- saprò esattamente se si potrà raggiungere un accordo o meno, perché è quello che faccio. Io concludo accordi».