Vladimir Putin, Europa nel mirino: lo scudo spaziale per fermare i suoi missili

di Mirko Moltenilunedì 8 settembre 2025
Vladimir Putin, Europa nel mirino: lo scudo spaziale per fermare i suoi missili

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La guerra in Ucraina sta suonando la sveglia per le nazioni d’Europa, che temono la minaccia potenziale costituita dagli sciami di droni, sempre più numerosi, sfoderati dalla Russia, oltre che di altri sistemi come i missili da crociera, che spesso viaggiano a bassa quota, e quelli ipersonici. L'urgenza è tanto più sentita quanto più l'esperienza ucraina ha dimostrato che le difese aeree possono essere soverchiate da un gran numero di ordigni a basso costo, se la produzione delle munizioni antiaeree è insufficiente. Perciò, come segnalato dal Financial Times, molti grandi investitori di venture capital, tra cui Lakestar, Lux Capital, Accel e Spark Capital, si stanno muovendo per finanziare aziende europee che propongono in particolare piccoli droni da intercettazione in grado di abbattere altri droni o perfino missili da crociera e che soprattutto siano economici e fabbricabili in massa.

S'è parlato di un corrispettivo europeo, tuttora in gestazione, dell’Iron Dome israeliano, anche se il paragone non è corretto dato che i sistemi ebraici si affidano a missili e laser, anziché a droni. Ma il segmento della difesa a bassa quota da questi ordigni potrebbe essere in pochi anni presidiato. Fra gli esempi, almeno tre spiccano. In Svezia la Nordic Air Defence ha raccolto 4,4 milioni di dollari per sostenere la fase iniziale di sviluppo del suo drone intercettore Kreuger 100, molto piccolo e compatto, a propulsione elettrica e in grado di essere lanciato da un singolo soldato, tramite una sorta di lanciagranate. Appena sparato, apre le pale pieghevoli dell’elica nella coda e arriva a toccare 270 km/h, abbastanza per raggiungere i droni russo-iraniani Shahed. In Germania, invece, la ditta Tytan Technologies ha raccolto finora 15 milioni di euro per aumentare la produzione del suo Tytan Interceptor, di cui alcuni esemplari sono già stati usati in Ucraina per abbattere i droni russi.

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È un aeroplanino bimotore lungo poco più di un metro, che decolla verticalmente con la coda posata al terreno, per poi assumere l’assetto di volo. Porta una testata esplosiva di 1 kg e avrebbe una velocità massima compresa fra 250 e 300 km/h, con un raggio d'azione da 15 a 20 km. La filosofia alla base dell’ordigno è stata così spiegata al Financial Times dal manager di Tytan, Max Enders: «L’Europa ha un divario di capacità. Il vecchio paradigma occidentale di sparare missili molto costosi a questi droni ad alto rapporto costo-efficacia che si rinnovano costantemente, sta fallendo in Ucraina. Noi di Tytan pensiamo di usare componenti disponibili in commercio o fatto con la stampa 3D, insieme a intelligenza artificiale capace di rilevare, classificare e intercettare i suoi bersagli. Lo scopo è sempre di essere più economici di ciò che stiamo abbattendo».

Similmente si è mossa la nuova azienda britannica Cambridge Aerospace, una start-up che ha raccolto recentemente ben 100 milioni di dollari e alla cui presidenza siede nientemeno che l’ex-ministro della Difesa inglese Grant Shapps, in carica fra 2023 e 2024. La ditta sta realizzando i droni Skyhammer e Starhammer, spinti da motori a razzo, che supererebbero una velocità di 700 km/h, con un’autonomia di almeno 30 km. Prestazioni che, con un margine di miglioramento, potrebbero renderli capaci di colpire non solo droni d’attacco, ma anche missili da crociera non supersonici. Il capo operativo di Cambridge Aerospace, Steven Barrett, anticipa che l’azienda è già in contatto con alcuni governi, non citati, e spiega che per abbattere i costi «abbiamo identificato i componenti più costosi, e dove possibile li fabbrichiamo noi, ad esempio i motori a razzo».

Oltre alle iniziative concentrate sul segmento della difesa aerea diffusa e a bassa quota, ma l’Europa si muove anche per aumentare le difese contro i missili. Importante è il continuo sviluppo da parte del consorzio franco-italiano MBDA-Thales, a cui partecipa il gruppo Leonardo, del missile antiaereo e antimissile Aster 30, lanciabile da navi, ma anche da terra coi sistemi SAMP/T. Alle versioni base con raggio d'azione di 120 km e velocità massima di Mach 4,5, cioè quattro volte e mezza quella del suono, circa 5.500 km/h, si stanno aggiungendo i nuovi Aster 30 Block 1NT, per New Technology, studiato per abbattere missili balistici a medio raggio con gittata da 1500 km, e l’ancor più ambizioso Aster 30 Block 2 BMD, per Ballistic Missile Defense, che dovrebbe ingaggiare missili da 3.000 km di gittata e dalla testata manovrabile.

VETTORE IPERSONICO
Sono evoluzioni ottimali vista la recente ripresa della corsa ai missili a medio raggio, che da parte della Russia ha visto l'introduzione in servizio del nuovo insidioso Oreshnik, con ogiva multipla a 6 testate. Ancora agli inizi, ma promettente, sembra inoltre un progetto europeo per un missile intercettore ipersonico, cioè con velocità superiore a Mach 5, in grado di centrare ordigni parimenti ipersonici. È il programma European Hypersonic Defence Interceptor, alias EU HYDEF, finanziato dall'UE grazie al Fondo europeo per la Difesa e che vede coinvolti Germania, Norvegia, Polonia, Belgio e Spagna con l'obiettivo di arrivare a disporre di questo sistema difensivo entro il 2035.