Francia, cade il governo Bayrou: in 364 votano contro la fiducia

lunedì 8 settembre 2025
Francia, cade il governo Bayrou: in 364 votano contro la fiducia

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A meno di nove mesi dalla caduta del governo di Michel Barnier, rimasto in funzione 99 giorni, anche il suo successore, l'esecutivo del premier centrista François Bayrou, è caduto. Bayrou non ha ottenuto la fiducia richiesta all'Assemblea nazionale. Il suo esecutivo è stato quindi rovesciato. I voti contrari sono stati 364, quelli a favore 194. Ora Bayrou dovrà presentare le sue dimissioni al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.

Il primo ministro aveva formulato una proposta di bilancio per il 2026 che includeva 44 miliardi di euro di tagli alla spesa e aumenti di tasse e l'eliminazione di due giorni festivi, per arginare il crescente debito pubblico del Paese e ha chiesto per oggi, lunedì 8 settembre, un voto fiducia sulla legge di bilancio. "Volevo questa prova di verità" ha detto aprendo il suo intervento davanti ai deputati, iniziato alle 15. "Alcuni di voi l'hanno ritenuta irragionevole - ha proseguito -, un rischio troppo grande. Io, invece, penso esattamente il contrario. Il rischio maggiore sarebbe stato non prenderla, lasciare che le cose continuassero senza cambiare nulla, continuare a fare politica come al solito, trascinarla [...] fino a quando il danno irreparabile non sarebbe stato lì, prossimo all'orlo del burrone". Il tema è il debito pubblico francese in rapida ascesa.

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Per questo, ancora oggi Bayrou è tornato ad avvertire che "le domande di domani si stanno giocando ora". Secondo il premier, la crisi è legata al fatto che "spendiamo e non torniamo indietro, è diventata una dipendenza. Già ora, i nostri obblighi annuali di rimborso del capitale superano di gran lunga ciò che il nostro Paese produce ogni anno attraverso la sua crescita, attraverso i suoi progressi rispetto all'anno precedente", quindi ha avvertito ancora: "È un'emorragia silenziosa, sotterranea, invisibile. Signore e signori del Parlamento, avete il potere di rovesciare il governo, ma non avete il potere di cancellare la realtà. La realtà rimarrà inesorabile, la spesa continuerà ad aumentare e il peso del debito, già insostenibile, diventerà sempre più pesante e costoso".

Intanto Marine Le Pen, capogruppo di Rassemblement national (Rn), ha chiesto al presidente francese di sciogliere l'Assemblea Nazionale per evitare, ha detto, "la situazione di stallo istituzionale del Paese". "Lo scioglimento non è un capriccio, è una leva istituzionale per sbloccare Le situazioni di stallo e consentire il funzionamento democratico", ha dichiarato Le Pen, intervenendo al dibattito in corso all'Assemblea Nazionale sul voto di fiducia al governo. "Se ci sarà uno scioglimento, accetteremo il verdetto delle urne. Se il popolo ci onora con un mandato chiaro, ovvero una. Maggioranza assoluta, andremo a Matignon per attuare un programma di ripresa nazionale senza aspettare Le elezioni presidenziali". A commentare il voto anche Jean Luc Melenchon: "Bayrou è caduto. Vittoria e sollievo popolare", scrive il leader de La France Insoumise su X, dove rincara la dose: "Macron è ora in prima linea, di fronte al popolo. Anche lui deve andarsene".

Ora dunque la palla passa a Macron. Il presidente francese potrebbe nominare un nuovo primo ministro che offra maggiori garanzie di trovare l’appoggio delle forze politiche. "Il Presidente della Repubblica prende atto del risultato del voto dei deputati ai sensi dell'articolo 49-1 della Costituzione. Riceverà domani il Primo Ministro François Bayrou per accettare le dimissioni del suo governo" e, fa sapere sempre l'Eliseo, "nominerà un nuovo Primo Ministro nei prossimi giorni". Insomma, Macron ha fatto dire che vuole una soluzione in tempi rapidi. L'aveva detto anche lo scorso anno quando sciolse le Camere e convocò elezioni anticipate; per la Francia si aprì il periodo più lungo della Quinta repubblica senza governo nel pieno dei suoi poteri.