Quando dicono che è a Mosca, in realtà si trova a Sochi; se invece parla da Sochi, è a Valdai. E se non è lì risulta a Novo-Ogaryovo o a Bocharov Ruchei. Nel gioco dei tre uffici, tutti allestiti nello stesso modo per apparire identici, l’ex agente del Kgb è un maestro. Come se stesse interpretando il ruolo del capo della Spectre nei film di 007, il presidente russo Vladimir Putin si sposta da un bunker a un nascondiglio segreto, come un’ombra. Inutilmente, perché Systema, la divisione investigativa della gloriosa Radio Free Europe - Radio Liberty, ha trovato le differenze come sulle pagine della Settimana Enigmistica, ha controllato gli spostamenti ufficiali, i piani di volo degli aerei di Stato e le trasferte delle troupe della tv pubblica, ha incrociato le informazioni e ha scoperto tutti i trucchi. Così ora i funzionari del Cremlino saranno costretti a trovare nuovi covi da allestire per proteggere lo zar. E qualcuno già sta tremando, fra gli architetti d’interni incaricati di riprodurre il medesimo sfondo per le dichiarazioni del presidente.
LA MESSINSCENA
Per evitare la deportazione in Siberia o un casuale avvelenamento con il polonio, sarebbe stato sufficiente trasportare lo stesso pannello da piazzare dietro la scena da riprendere o crearne uno finto con la computer graphic e l’inganno sarebbe riuscito alla perfezione senza tanti sforzi. Invece non solo hanno sbagliato l’altezza dei soffitti, diversa dall’una all’altra location, ma sono riusciti perfino a montare le maniglie delle porte in posizioni distanti di qualche centimetro. E si vede. Cioè, anche se la maggior parte degli osservatori non se n’è accorta, i particolari non sono sfuggiti al team di giornalisti che per qualche anno si è dedicato all’inchiesta, ha visionato oltre 700 filmati, ha catturato tutte le immagini utili al confronto, comprese quelle della ditta degli artigiani che hanno posato il parquet. Sono riusciti a notare perfino che i televisori non erano gli stessi e il legno con cui erano costruiti i vassoi portadocumenti messi in mostra mostrava una grana di modello difforme. Senza contare i termostati che erano stati montati piuttosto a caso sulle pareti e poi spostati quando ormai era troppo tardi. Così da attirare ancora di più l’attenzione degli occhi di falco dell’Occrp, l’Organized Crime and Corruption Reporting.
Putin, mano destra gonfia e con vene in vista: "Qualcosa non va"
Come sta il presidente russo Vladimir Putin? La sua salute è tornata a far discutere dopo che in un recente video...Il team dei cronisti d’assalto sarebbe anche andato a verificare di persona le informazioni raccolte, se l’ufficio stampa del Cremlino avesse fornito le autorizzazioni necessarie. Invece non è arrivata nemmeno una risposta imbarazzata. Solo il silenzio. Del resto sono tutti siti blindatissimi, alcuni addirittura difesi da ben 12 sistemi missilistici, come testimoniano le foto satellitari nell’area di Valdai, sulle rive dell’omonimo lago, tra la capitale e San Pietroburgo. Che non a caso è il rifugio preferito da Putin, sempre più timoroso della propria incolumità, tanto da cambiare anche le date delle proprie apparizioni pubbliche.
E ora la credibilità di tutta la Russki Mir, l’ambiguo termine che indica sia il “mondo russo” che la “pace russa” è a rischio. Se non dicono la verità nemmeno sulla loro posizione, anche il resto delle loro dichiarazioni è dubbio. A livello internazionale, chi darà più credito agli impegni e alle promesse della nomenklatura di Mosca? Sono i professionisti mondiali della disinformazione anche da prima della Rivoluzione comunista d’Ottobre del 1917, dato che l’Orkhana zarista si era inventata il “complotto giudaico” dei Protocolli dei Savi di Sion. È noto che non la raccontano giusta e occorre interpretare i segnali in codice che arrivano dalla Federazione russa.
L’ESPANSIONISMO
Un’analisi che pochi osservatori sono in grado di svolgere. Ma centrata perfettamente nei giorni scorsi da padre Stefano Caprio su Asianews, che ha individuato nelle recenti manifestazioni del 4 novembre per la Giornata dell’Unità Popolare uno schema espansionista del “popolo-padre” russo verso i “figli minori”. Sono gli ex Stati satellite dell’Unione Sovietica, i Paesi del Caucaso e dell’Asia Centrale, i Baltici e la Moldavia. Senza contare la Georgia e, ovviamente, l’Ucraina. Tutti nel mirino, attraverso l’istituzione di due feste, istituite da Putin: il Giorno degli Stati minori nativi della Federazione Russa e il Giorno delle lingue dei popoli della Russia, da celebrarsi rispettivamente il 30 aprile e l’8 settembre. I prossimi potrebbero essere l’Armenia e il Kazakhstan. Per riportarle alla sottomissione, spiega Caprio, lo strumento è la guerra ibrida, attraverso «destabilizzazione, propaganda, finanziamento delle élite e degli oligarchi “amichevoli” leali a Mosca, e non da ultimo l’uso della religione e delle Chiese come strumenti di potere». Sembra uno sforzo di evangelizzazione e invece è un piano degli ex agenti del Kgb, l’imperatore Vladimir Putin e il patriarca ortodosso di Mosca Kirill.




