Con i suoi 13 anni quello che il tribunale di La Spezia ha riconosciuto essere un maschio ha stabilito un nuovo record, diventando il più giovane di sempre a compiere un processo di transizione in Italia. L’età lascia attoniti e fa sorgere interrogativi in merito alla nostra legislazione. Si tratta di una materia complessa e che nel nostro Paese non ha ancora trovato puntuale esplicazione normativa. Non esiste una legge che fissa un’età minima in cui è possibile compiere la transizione, sia dal punto di vista medico che legale.
In Italia a regolare il cambiamento di genere c’è la legge 164 del 1982. Un testo che, nella versione originale, richiedeva l’intervento chirurgico affinché la transizione fosse riconosciuta. L’obbligatorietà dell’intervento era stata poi superata nel 2011, anche se il Tribunale aveva ancora la facoltà di richiederlo se ritenuto “necessario”. La svolta è stata la sentenza 221 del 2015 della Corte Costituzionale che ha stabilito come debba essere rimessa all’individuo la scelta delle modalità attraverso cui realizzare il proprio percorso.
L’iter per arrivare al cambio di sesso di un minore è ormai abbastanza consolidato. Per la modifica del genere anagrafico nei documenti è indispensabile il consenso dei genitori e, in caso questo venga negato, è possibile rivolgersi al Tribunale per i minorenni per la nomina di un curatore speciale che segua la pratica. Nella quasi totalità dei casi, alla base della volontà di effettuare la transizione c’è la disforia di genere, ovvero l’incongruenza tra il sesso biologico e quello percepito. In questo caso, il primo passo prevede un percorso psicologico atto a diagnosticare la disforia. Solo ottenuta la diagnosi, ci si potrà rivolgere a un endocrinologo per cominciare la terapia ormonale.
La Spezia, a 13 anni conclude la transizione di genere: la sentenza che fa la storia
Una storia destinata a cambiare l'Italia. Un ragazzino di 13 anni, nato in un corpo di bambina, dopo aver iniziato u...Proprio in merito ai cosiddetti “farmaci bloccanti” che frenano il naturale sviluppo biologico, lo scorso 4 agosto il Consiglio dei Ministri ha approvato la bozza di un disegno di legge che mira a regolamentarne maggiormente la prescrizione. Il testo, che dev’essere ancora sottoposto al Parlamento, prevederebbe la somministrazione di farmaci solo dopo la valutazione di un’equipe multidisciplinare e l’assenso del Comitato etico pediatrico nazionale. Una volta ottenuta la diagnosi e cominciate le terapie, è possibile rivolgersi al Tribunale per chiedere il cambio del genere e del nome. Starà poi al giudice decidere, valutando la maturità del minore e la sua consapevolezza.
Se in Italia la situazione normativa rimane abbastanza fumosa, in giro per il mondo esistono diverse sensibilità sul tema. Nel 2023 aveva fatto discutere l’approvazione della Ley Trans in Spagna. La legge prevede che per il cambio di genere, compiuti i 16 anni, basti un’autocertificazione. Tra i 14 e i 16 c’è invece bisogno dell’autorizzazione dei rappresentati legali (i genitori), mentre tra i 12 e i 14 anni serve chiede il consenso del giudice.
In Germania l’ambito medico e legale sono fortemente distinti. Nel 2024 il governo di Olaf Scholz ha varato la legge sull’autodeterminazione, semplificando l’iter per il cambio di genere sui documenti. Fra i 14 e i 18 anni, ottenuto il consenso dei genitori, è possibile presentare la richiesta al registro civile. Sotto i 14 anni invece, i minori non possono agire in modo autonomo ma la richiesta dev’essere inoltrata dai tutori legali. Diverso è invece il capitolo medico. Per qualsiasi intervento è prima richiesta una diagnosi di disforia e un percorso psicologico. L’uso di bloccanti è fortemente limitato, mentre gli ormoni vengono somministrati solo durante l’adolescenza inoltrata.
Anche nel Regno Unito, dopo la pubblicazione del Rapporto Cass, l’uso dei bloccanti è stato fortemente limitato. Dove invece la transizione di genere è vietata è l’Ungheria; in Polonia poi non esiste una legislazione specifica in materia di transizione di genere. Oltreoceano, negli Usa, la situazione appare molto frammentata. Negli Stati maggiormente conservatori esistono forti limitazioni, mentre le amministrazioni democratiche stanno via via semplificando le modalità di accesso a cure mediche e iter burocratici. Un’importante svolta è arrivata proprio in questi giorni: la Camera ha approvato il divieto di trattamenti farmacologici e chirurgici per la transizione di genere i minori.




