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Israele affossa i negoziati diretti con Abu Mazen

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Varati i bandi per la costruzione di 240 case in Cisgiordania. Palestinesi e Americani storciono il naso

Roberto Amaglio
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Con la decisione del governo israeliano di indire una gara d'appalto per nuove costruzioni a Gerusalemme Est, vengono forse definitivamente affossate le speranze americane di riaprire i negoziati diretti tra Abu Mazen e Benjamin Netanyahu. La moratoria sullo stop agli insediamenti israeliani in Cisgiordania, infatti, era una delle condizioni chiave per riaprire le trattative di pace. Invece l'esecutivo di Netanyahu ha in pratica spianato la strada per la costruzione di 240 nuove unità abitative ad est della Green Line, scrivendo la parola fine sulla breve e infruttuosa parentesi dei negoziati diretti. I bandi edilizi, inoltre, prevedono la realizzazione di altri mille appartamenti a Netanya, circa 480 a Ashdod e 450 a Tel Aviv. Le reazioni dell'Autorità nazionale palestinese non si sono fatte attendere. "Il governo Netanyahu è determinato a ostacolare qualunque chance di riavviare i negoziati diretti - ha accusato il capo negoziatore Saeb Erekat -. Si tratta di un duro colpo agli sforzi americani di impedire il collasso del processo di pace. Israele sta voltando le spalle alla decisione araba di dare agli americani un mese di tempo per trovare una soluzione". Rammaricati anche gli USA. "Esprimiamo la nostra più profonda delusione per il via libera concesso dalle autorità israeliane alla costruzione di nuove case a Gerusalemme Est - ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato, Philip J. Crowley -. Si tratta di un annuncio contrario agli sforzi dell'amministrazione Obama per rilanciare i negoziati di pace diretti israelo-palestinesi".

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