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Hamas accetta la tregua

Ma Israele dice di no

Dario Mazzocchi
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L'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza è giunta al suo sesto giorno e da Hamas è arrivato l'annuncio di essere disposta alla tregua, ma solo a certe condizioni. La notizia è arrivata tramite un comunicato del portavoce Fawzi Barhoum. Il movimento accetterà la tregua di 48 ore proposta dell'Unione europea, ma a patto che cessi l'aggressione di Israele, che si revocato il blocco di Gaza, che siano riaperti tutti i valichi e che ci siano “garanzie internazionali che l'occupante non ricomincerà questa guerra terrorista”. Parole che giungono nel giorno in cui è stato ucciso Nizar Rayan, uno dei leader di Hamas, nel corso di un bombardamento da parte dell'aviazione di Tel Aviv. Il bilancio degli scontri è di oltre 400 morti e 2000 feriti. Ma da Parigi è giunto il nostro del ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni, che ha ribadito che la tregua non serve perché "non c'è una crisi umanitaria nella Striscia e perciò non non c'è alcuna necessità di un tregua umanitaria". Israele, ha detto la Livni, "non ha mai interrotto il flusso di aiuti per la Striscia...anzi li ha addirittura aumentati nel corso dei giorni". Abu Mazen: Israele colpisce la causa del popolo plaestinese Intanto il presidente dell'Anp Abu Mazen parla di un'aggressione da parte dello stato ebraico “il cui obiettivo non è soltanto Gaza, ma l'intero popolo palestinese e la sua causa”. Secca risposta dal primo ministro israeliano Ehud Olmert che assicura di non volere “una guerra lunga” né di voler “allargare il fronte”. Quella di Israele non è una guerra agli abitanti di Gaza “bensì ad Hamas, nei cui confronti agiremo col pugno di ferro”. Il ministro Livni a Parigi Sul piano diplomatico, mentre il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, oggi è a Parigi dove incontrerà all'Eliseo il presidente Nicolas Sarkozy dopo il colloquio con il suo omologo francese Bernard Kouchner, il nuovo presidente di turno dell'Ue, il premier ceco Mirek Topolanek, ha annunciato una missione in Medio Oriente per cercare soluzioni al conflitto. Ancora nessuna risoluzione dell'Onu Dalla riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per ora non è uscita fuori alcuna risoluzione sulla crisi. Secondo i dirigenti dell'Unwra, l'agenzia delle Nazioni Unite che assiste i rifugiati palestinesi nei Territori è "allarmante" la situazione umanitaria per gli abitanti della Striscia (circa un milione e mezzo) bombardata da Israele.

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