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L'Iran: Roxanna è una spia

Gli Usa: accusa infondata

Dario Mazzocchi
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Gli Stati Uniti hanno definito «senza fondamento» le accuse di spionaggio mosse dalle autorità iraniane nei confronti della giornalista freelance americana di origine iraniana Roxana Saberi, in carcere a Teheran dal 31 gennaio scorso perchè accusata formalmente di essere una spia. Lo ha detto oggi a Washington il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Robert Wood. «Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per l'annuncio iraniano», ha detto riferendosi alle accuse mosse nei confronti della giornalista, definendole «infondate» I mullah avevano accusato Roxana Saberi di spionaggio. La questione sarebbe al limite del ridicolo, se non ci fosse di mezzo il collo della ragazza: dicono infatti gli iraniani che Roxanna Saberi passasse informazioni all'estero, perché da due anni continuava imperterrita a fare il suo mestiere, nonostante le avessero ritirato il tesserino da giornalista. Ora si è capito perché Roxanna non esce dal carcere da due mesi.  Libero-news ha scritto di Roxanna qualche giorno fa (http://www.libero-news.it/pills/view/9299). La ragazza, 31 anni, era stata fermata il 31 gennaio con una bottiglia di vino in mano, reato per i mullah, ma non così grave da giustificare una detenzione di due mesi senza spiegazioni. Ora la giornalista free-lance americana di origine iraniana (da parte di padre), in carcere a Teheran, è stata accusata formalmente di spionaggio, un reato che nella Repubblica islamica può comportare la condanna a morte. Lo ha annunciato il vice procuratore della Corte rivoluzionaria di Teheran, Hassan Haddad. Libera su cauzione- L'avvocato di Roxanna ha annunciato che sabato prossimo richiederà alla corte il rilascio su cauzione della sua assistita. Lo riferisce oggi la CNN, che sul suo sito riporta l'annuncio di Abdolsamad Khorramshahi, l'avvocato della giornalista. Khorramshahi ha spiegato che, non essendo stata ancora fissata una data per il processo della Saberi, sarebbe opportuno che lei venisse liberata almeno fino alla prima udienza. L'avvocato ha aggiunto, inoltre, che non ha potuto ancora prendere visione degli incartamenti giuridici che riguardano la sua cliente, ma nel fine settimana procederà a una nuova richiesta alla corte perché gli sia consentito di farlo. Khorramshahi, infine, ha rivelato che questa settimana sono in Iran i genitori della giornalista, i quali hanno incontrato la loro figlia lunedì scorso per mezz'ora e hanno annunciato che resteranno nella Repubblica Islamica fino a quando il caso non verrà risolto. Roxanna Saberi, 31 anni, è nata negli Usa da padre iraniano e madre giapponese e solo da sei anni vive in Iran. Ma Haddad ha affermato che «si tratta di una cittadina iraniana e non esistono prove che sia in possesso di un'altra cittadinanza». «Comunque - ha aggiunto il viceprocuratore - anche se avesse un'altra cittadinanza, ciò non avrebbe alcuna influenza sul procedimento giudiziario». La Saberi è stata dunque arrestata con l'accusa di inviare illegalmente informazioni all'estero, perché le era stato revocato l'accredito stampa due anni fa. «Ha accettato tutte le accuse ed è stata arrestata solo in base alle leggi della repubblica islamica», ha aggiunto Haddad. Chi conosce il carcere iraniano dove già sono morti giornalisti in passato, sa bene però con che metodi si facciano accettare le accuse ai detenuti. Ora i gruppi umanitari e le associazioni mondiali di giornalisti si stanno mobilitando per tirare fuori Roxanna da questa storia che sta diventando per lei dannatamente pericolosa.

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