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Buenos Aires, un muro

separa i ricchi dai poveri

Dario Mazzocchi
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Un muro che ha spaccato in due l'opinione pubblica: è quello che potrebbe sorgere presto in Argentina, nei sobborghi della capitale Buenos Aires. Un mezzo di prevenzione per tutelare gli abitanti di un quartiere residenziali da quelli che popolano uno dei “barrios” più poveri della metropoli argentina. Non è ancora stato costruito che però le polemiche già montano, anche perché di mezzo c'è il tema della sicurezza, argomento caldo nella politica della nazione sudamericana. Voluto dal sindaco - L'iniziativa è stata presa seriamente in considerazione da Gustavo Posse, il sindaco del quartiere La Horqueta, che sorge nella cosiddetta provincia di Buenos Aires, non lontana dal centro storico. Posse prova a calmare la acque agitate definendo la costruzione “non un muro”, ma “dei blocchi di cemento, come quelli che dividono le carreggiate sulle autostrade”. A sostenerlo ci sono 33 residenti della zona che da tempo denunciano furti nelle loro case da parte dei cittadini di Villa Jardin, il quartiere povero della zona, che nel frattempo hanno preso di mira i primi blocchi a colpi di mazzate. "E' una pazzia" - La costruzione è piombata pesantemente nel dibattito politico argentino. Se da una parte il responsabile della sicurezza di Buenos Aires, Carlos Stornelli, ha garantito che “la provincia fermerà questa pazzia”, a tuonare contro il muro c'è in prima fila il presidente Cristina Fernandez de Kirchner, secondo la quale “è inquietante”. Per lei il “murallon” è il segno di una “involuzione, una misura separatista. Bisognerebbe costruire, non separare”. Evidentemente gli abitanti di La Horqueta hanno preso in considerazione solo la prima parte dell'invito presidenziale. Le polemiche sulla sicurezza - A far da sfondo alle polemiche c'è il problema della sicurezza, con il governo che accusa l'opposizione anti – Kirchner di esagerarne la portata. Stornelli, il responsabile della sicurezza della capitale, inquadra la questione proprio dal punto di vista elettorale, visto che a fine giugno in Argentina sono fissate le elezioni legislative. Come è diviso il fronte politico, lo è anche quello dell'opinione pubblica. Intanto il muro è già “finito” in tribunale.

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