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Afghanistan, il premier sloveno: "Niente corridoi umanitari per i profughi, non vogliamo crisi come nel 2015"

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"L'Unione europea non aprirà corridoi umanitari per i profughi dall'Afghanistan né consentirà che si ripeta la grave crisi migratoria del 2015". Lo ha dichiarato il premier sloveno Janez Jansa, il cui Paese detiene la presidenza di turno semestrale della Ue. "Aiuteremo solo coloro che ci hanno aiutato durante la missione Nato e i Paesi membri della Ue che difendono i nostri confini esterni”, ha proseguito Jansa. “Non è compito della Ue o della Slovenia aiutare e pagare per tutti coloro che fuggono nel mondo”, ha previsto  il premier sloveno. Jansa, sull'immigrazione, è vicino alle posizioni dell’ultraconservatore ungherese Viktor Orban e degli altri capi di governo del Gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia).

 

 

 

 

Parole che hanno sollevato immediatamente polemiche e repliche, come quelle del medico di Lampedusa Pietro Bartolo (europrlamentare del Pd) che su Twitter scrive: “Il presidente Jansa forse immagina che il suo ruolo lo legittimi a parlare a nome dell’intera UE. Qualcuno gli spieghi che la democrazia funziona diversamente e che non sta parlando in mio nome, né in nome dei tanti colleghi che stanno prendendo le distanze dalle sue parole”. Jansa, però, non è il solo nella Ue, a pensarla così. Il governo di Atene ha già costruito  una barriera di 40 chilometri al confine con la Turchia, dotata di un sistema di sorveglianza.

 

 

L’Austria, con il cancelliere Sebastian Kurz, ha spiegato, "di essere contraria al fatto di permettere volontariamente l’arrivo di più persone, questo non accadrà durante la mia carica di cancelliere”, ha detto Kurz. “Non sono dell’opinione che dovremmo accogliere più persone. Al contrario", ha concluso il cancelliere austriaco. Di diveso tenore è stata la replica a Jansa del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: "Non spetta al presidente di turno dire cosa farà l'Ue". 

 

 

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