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Bollette alle stelle, l'Ue ci frega due volte: gas e atomo, perché gli italiani saranno "dissanguati"

Attilio Barbieri
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Uno schiaffone all'Italia sul raddoppio della fornitura di gas che passa attraverso il Tap, il gasdotto che arriva in Puglia attraversando l'Adriatico e il disco verde sul nucleare come energia «green» come chiedeva la Francia. Da Bruxelles arrivano due decisioni destinate a lasciare il segno nella politica energetica europea. La Ue va infatti verso l'inserimento degli investimenti in nucleare e gas nella lista delle attività economiche sostenibili, la cosiddetta «tassonomia verde». La decisione è attesa a giorni, e nell'Ecofin di oggi gli Stati avranno l'ultima possibilità di inviare un segnale di senso opposto. «È il momento di decidere, con il nuovo governo tedesco e prima della presidenza francese della Ue», dice il presidente della commissione Ambiente dell'Europarlamento Pascal Canfin, molto vicino all'Eliseo, proponendo un compromesso: «Gas fonte di transizione sottoposta a condizioni, come il nucleare, con la possibilità per gli investitori di non considerare entrambe». Così sarebbe la vittoria totale del presidente Macron che da tempo spinge per far riconoscere a Bruxelles l'atomo come fonte di energia pulita.

 

 

COMPROMESSO
Il compromesso proposto da Canfin - «e so che la Commissione lo sta studiando molto attentamente» ha detto l'europarlamentare somiglia molto al documento francese circolato qualche settimana fa. Una centrale a gas sarebbe considerata sostenibile - anche se «in transizione» - dalla Ue se sostituisce un impianto a carbone, solo fino al 2030-35, e con emissioni inferiori a 270 grammi di Co2 per Kilowattora prodotto in media nell'intero ciclo di vita. Il nucleare «ha emissioni vicine allo zero - dice Canfinma non si può considerare green di per sé per il rischio ambientale e quello delle scorie ma l'attività economica per la gestione delle scorie potrebbe essere oggetto di un altro atto legislativo nel 2022». «Queste soluzioni - aggiunge il presidente della Commissione ambiente di Strasburgo - sono compatibili sia con la posizione della Francia sia con il contratto di coalizione del nuovo governo tedesco». L'ennesima conferma che le decisioni importanti continuano e continueranno a viaggiare sull'asse Parigi-Berlino. «Ci siamo sempre resi conto che gas e nucleare avrebbero potuto fermare l'intero processo, ora è arrivato il momento di decidere», spiega ancora Canfin.

 

 

Il primo atto delegato Ue sulla tassonomia, che aveva stralciato nucleare e gas, era stato bloccato dai Paesi proprio in attesa di vedere come la Commissione avrebbe risolto la questione delle due fonti energetiche. Il provvedimento attende ancora l'ok dei ministri Ue, che all'Ecofin di oggi hanno l'ultima occasione per respingerlo. Ipotesi remota. Per l'approvazione basta il silenzio assenso, per l'opposizione ci vorrebbe una doppia maggioranza qualificata, vale a dire il 72% dei Paesi membri e il 60% della popolazione. E al momento il tema non è nell'agenda del Consiglio. Se passasse questa linea sarebbe una vittoria storica per i francesi che potrebbero rinnovare le loro centrali nucleari con i soldi dell'Europa, mentre noi che abbiamo quasi tutte centrali elettriche a gas non potremmo farle valere come energia di transizione perché non sostituiscono impianti di generazione a carbone. E mentre si appresta ad accendere il disco verde all'energia dall'atomo made in France la Commissione Ue ha escluso definitivamente il raddoppio delle forniture di gas attraverso il Tap - da 10 a 20 miliardi di metri cubi all'anno - perché, secondo Bruxelles, l'aumento della fornitura causerebbe un aumento significativo delle emissioni di Co2 in Italia. Un aumento che avrebbe contribuito ad abbassare il costo dell'energia e a raffreddare almeno parzialmente le bollette.

 

 

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