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Unione Europea, l'ultima vergogna: i nostri soldi alla propaganda islamica e a chi dà la caccia ai non musulmani

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Ursula Von der Leyen

Mauro Zanon
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Il 2 dicembre 2020, il ministro dell’Internofrancese, Gérald Darmanin, ufficializzava al termine del Consiglio dei ministri la dissoluzione del Collettivo contro l’islamofobia in Francia (Ccif) associazione di propaganda islamista mascherata da collettivo antirazzista e guidata dal sulfureo Marwan Muhammad, ex trader di Société Générale, diventato in seguito una sorta di santino per la comunità islamica d’oltralpe, anche per gli attestati di stima (islamista) ricevuti da parte del predicatore svizzero, oggi sotto inchiesta per molteplici stupri, Tariq Ramadan. E il mese scorso, quando la Commissaria europea per le Pari opportunità, Helena Dalli, ha pubblicato una foto dell’incontro con i giovani islamisti di Femyso, dopo aver sostenuto la campagna pro-hijab, Parigi ha battuto nuovamente i pugni sul tavolo contro l’incursione dell’islam politico nelle istituzioni.

 

 

Ma a quanto pare, all’Unione europea importa ben poco delle proteste del governo francese e di tutti quelli che hanno a cuore la difesa dei valori non negoziabili di laicità e uguaglianza tra donne e uomini. Mentre il Collettivo contro l’islamofobia in Francia è oggi considerato illegale, il suo fratello belga, il Collettivo contro l’islamofobia in Belgio (Ccib), non solo è attivo e continua a dare la caccia a tutti i presunti islamofobi, ossia a quelli che osano criticare l’islam, ma viene anche finanziato lautamente dall’Ue. Secondo quanto rivelato dal sito francese Fdsouche, nel biennio 2021-2023 il Ccib intascherà dalla Commissione europea 53.119 euro per lottare contro “l’islamofobia sessista”. Il finanziamento sbloccato a favore del Collettivo contro l’islamofobia in Belgio rientra nel progetto Magic, ossia Muslim Women and Communities against Gender Islamophobia, promosso dall’Institut Européen de la Méditerranée e accolto a braccia aperte daifunzionari Ue. «Magic prevede un insieme di iniziative e di formazioni, campagne di sensibilizzazione, attività di dialogo, di diffusione e di comunicazione», si legge nella presentazione del progetto. Le azioni permetteranno di «combattere in maniera efficace gli stereotipi sessisti anti-musulmani nei contesti spagnolo e belga».

 

 

A gennaio, Theo Francken, ex segretario di Stato federale per l’asilo e la migrazione del governo belga di Charles Michel, aveva alzato la voce controilfinanziamento di 20mila euro al Ccib sbloccato dall’attuale esecutivo, dicendosi “scioccato” visto che il suo omologo francese è fuori legge da un anno. «Il Ccib ha esattamente la stessa agenda del Ccif e applicale stesse tattiche», tuonò Francken, affermando che tre dei quattro dirigenti del Ccib avevano un legame con i Verdi belgi: Farida Tahar, senatrice,Mustapha Chairi, ex candidato al comune di Bruxelles e alla Camera dei deputati, e Hajib El Hajjaji, consigliere comunale a Verviers. «Un sospetto di connivenza assurda», reagì la segretaria di Stato per le Pari Opportunità in quota green Sarah Schlitz.

 

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