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Stop-Ue a motori diesel e benzina? Ecco quanto guadagna la Cina

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Maurizio Stefanini
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Cinesi in festa per le decisione della Ue di porre il bando i veicoli a benzina o diesel entro i prossimi 12 anni. «Il divieto della Ue sulle auto a combustibili fossili aumenterà le esportazioni di veicoli elettrici della Cina», ha titolato tutto giulivo il Global Times: tabloid in inglese e specializzato in politica internazionale del Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, che è in pratica il canale più diretto di comunicazione tra Xi Jinping e il grande pubblico occidentale. Sotto al titolo, una bella foto di auto bianche, gialle, grigie e blu, in quantità, con la didascalia: «Veicoli a nuova energia in una fabbrica a Jinzhong, nella provincia dello Shanxi, nella Cina settentrionale, il 7 settembre 2022». Mancava giusto l’indirizzo per prenotare e il listino prezzi, ma magari li allegheranno col prossimo articolo.

 

 

 

NUOVA ENERGIA
«Il Parlamento europeo ha formalmente approvato una legge per vietare la vendita di nuove auto e furgoni a benzina e diesel nell’Ue a partire dal 2035 come parte della strategia del blocco per raggiungere la neutralità climatica», informa l’articolo. E aggiunge: «Gli esperti hanno affermato che l’adozione da parte dell’UE di veicoli elettrici aumenterà le esportazioni cinesi verso il mercato». Insomma, «le esportazioni cinesi di veicoli a nuova energia potrebbero aumentare di almeno il 50% su base annua quest’anno fino a circa 1 milione di unità».

Con 340 voti a favore, 279 contrari e 21 astenuti, i membri del Parlamento europeo hanno approvato l’accordo raggiunto con il Consiglio europeo sulla revisione degli standard di prestazione delle emissioni di anidride carbonica per auto e furgoni nuovi, in linea con la maggiore ambizione climatica dell’Ue, ricorda l’articolo. E anche che la legislazione stabilisce un percorso verso l’azzeramento delle emissioni di anidride carbonica per le nuove autovetture e i veicoli commerciali leggeri nel 2035. «È di gran lunga la mossa più aggressiva di una grande economia per accelerare la transizione ai veicoli elettrici (EV) e combattere il cambiamento climatico».

Ma subito arriva la “zampata” del Dragone. «Pur promuovendo lo sviluppo dei veicoli elettrici in Europa, la nuova politica rappresenta anche una valida opportunità per i marchi cinesi di veicoli elettrici di diventare globali», si ricorda infatti, citando quanto dichiarato mercoledì al Global Times da Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association. I veicoli elettrici puri della Cina hanno una forte competitività globale, spiega infatti Cui, osservando che la produzione del paese rappresenta circa il 70% del mercato a livello globale. «I veicoli elettrici cinesi possono soddisfare le normative e gli standard dell’Ue». La sua previsione è che le esportazioni cinesi di veicoli elettrici cresceranno di almeno il 50% su base annua nel 2023, grazie a spedizioni internazionali più fluide e al miglioramento dei veicoli elettrici cinesi in termini di prestazioni e innovazioni tecnologiche come la durata della batteria e le interazioni uomo-macchina.

Il giornale cita anche Zhang Xiang, visiting professor presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Scienza e della Tecnologia di Huanghe, le cui opinioni sono ovviamente in linea. «I produttori di veicoli elettrici cinesi hanno vantaggi in termini di tecnologia, prestazioni in termini di costi e software rispetto alle case automobilistiche dell’UE», ha affermato, osservando che i veicoli elettrici cinesi sono già stati esportati in mercati come Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Norvegia. Ricorda sempre il Global Times che «negli ultimi anni, i produttori di veicoli cinesi hanno ampliato la loro presenza nel mercato europeo e condotto una stretta cooperazione industriale con i loro partner europei, contribuendo allo sviluppo verde e sostenibile del settore dei trasporti».

 

 

 

ACCORDI COMMERCIALI

Il 10 febbraio, il costruttore di veicoli elettrici cinese BYD Auto ha annunciato di aver ricevuto un consistente ordine die-bus da Transdev AB, uno dei maggiori operatori di trasporto pubblico in Svezia. L’ordine per 52 eBus BYD è il più grande ordine che Transdev ha effettuato con BYD per gli e-bus dal 2015, quando ne ha introdotto il marchio nella sua flotta, secondo un comunicato stampa sul sito web dell’azienda. Ora ci sono più di 700 e-bus BYD in servizio o in ordine nella regione nordica e più di 3.000 in Europa, che coprono 95 città in 17 Paesi europei. La Cina ha esportato 679.000 veicoli a nuova energia nel 2022, con un aumento del 120% rispetto all’anno precedente, secondo un rapporto pubblicato dalla China Association of Automobile Manufacturers.

 

 

 

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