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Ucraina, clamoroso strappo nella Ue: "Non daremo più armi a Kiev"

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Niente più armi all'Ucraina: questa la decisione del nuovo primo ministro slovacco Robert Fico, che ha fatto sapere di voler limitare il suo sostegno ai soli "aiuti umanitari e civili" ai cittadini ucraini. "Consideriamo gli aiuti all'Ucraina solo come aiuti umanitari e civili e non forniremo più armi all'Ucraina", ha dichiarato Fico il giorno dopo la sua nomina a capo di un governo di coalizione associato a un partito di estrema destra filo-russo.

Il premier slovacco ha comunicato questa sua scelta al Parlamento prima di andare al vertice Ue a Bruxelles, mantenendo così quanto promesso in campagna elettorale: "Sosterrò l'azzeramento degli aiuti militari all'Ucraina. Lo stop immediato delle operazioni militari è la soluzione migliore che abbiamo. L'Ue dovrebbe trasformarsi da fornitore di armi a costruttore di pace". Poi ha aggiunto che "non voterà a favore di alcuna sanzione contro la Russia senza prima analizzarne l'impatto sul proprio Paese. Se ci saranno sanzioni che ci danneggeranno, come la maggior parte delle sanzioni, non vedo alcun motivo per sostenerle". Il precedente governo di Ludovít Ódor, invece, era stato tra i più convinti sostenitori di Kiev dopo l'invasione russa del febbraio dello scorso anno, donando munizioni e armi e aprendo le frontiere ai rifugiati ucraini. 

 

 

 

Mosca ha subito commentato la decisione del nuovo governo, ma senza troppo entusiasmo. "La Slovacchia non ha avuto una quota così grande nella fornitura di armi" all'Ucraina: ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Secondo quest'ultimo, a gettare benzina sul fuoco nella guerra in Ucraina "sono gli Stati Uniti" e più "il loro coinvolgimento diretto nel conflitto" proseguirà "più il tutto andrà avanti". Tuttavia, ha aggiunto, "questo non potrà cambiare il corso degli eventi. La Russia raggiungerà i suoi obiettivi".

 

 

 

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