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Ue, "crisi dell'euro? Cosa accadrà nel prossimo futuro"

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Il responso del tribunale dei conti di Bruxelles sulla manovra italiana arriverà martedì prossimo 21 novembre, ma il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti lo ha già in qualche modo anticipato alle commissioni parlamentari riunite per le audizioni sulla manovra: le stime sulla crescita saranno più basse di quelle preventivate dal governo. Ma questo, secondo il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, non rappresenta un rischio di una nuova crisi dell'euro. "Sono molto sicuro che non ci saranno turbolenze sui mercati finanziari nel prossimo futuro", ha detto in una intervista al settimanale tedesco Der Spiegel mostrando il suo ottimismo nonostante il giornalista gli abbia fatto notare che l’Italia è tra i paesi dell’Unione europea che rischiano di registrare la ripresa più bassa l’anno prossimo per poi domandargli se la pressione su Paesi altamente indebitati, come il nostro Paese, possa diventare un problema.

"Certo, le quote di indebitamento in alcuni Stati membri sono troppo alte, e per questo stiamo portando avanti il concetto di ridurli secondo calendari realistici per ogni Paese", ha risposto Gentiloni a Der Spiegel putualizzando tuttavia, che "gli sviluppi sui mercati finanziari mostrano che i tassi di interesse non si stanno allontanando molto tra gli Stati membri". Poi il commissario Ue ha sottolineato come questa impostazione sia "il nucleo" della riforma del Patto di stabilità e crescita proposta dall'esecutivo dell'Ue. "Per tale motivo", la Commissione europea intende seguire "calendari realistici per ciascun Paese" nella riduzione del loro debito pubblico".

Per Gentiloni è utile sottolineare che il problema dell'Europa negli ultimi due decenni non è stato solo l'eccessivo indebitamento, ma è stato anche costituito "da una crescita troppo bassa". "Se è vero che viviamo in una nuova era della geopolitica, l'Europa non può essere l'unico erbivoro tra tanti predatori", ha puntualizzato il commissario dem. Più in generale, il Commissario ha spiegato che "dobbiamo sempre considerare entrambe le facce della medaglia. I requisiti dovrebbero - proprio come nella nostra proposta di riforma delle regole fiscali europee - garantire la stabilità delle finanze pubbliche. Ma dovrebbero anche tenere conto delle conseguenze per la crescita, la competitività e gli investimenti pubblici". Per Gentiloni è importante vedere che concorrenti come gli Stati Uniti e la Cina "non hanno un debito inferiore a quello dei Paesi europei, ma superiore. E uno dei motivi è che i nostri concorrenti sovvenzionano fortemente le loro industrie. Non dobbiamo ignorare questo fatto.

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