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Auto elettriche, Corte dei Conti Ue: "Care e mancano le stazioni di ricarica"

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"Nell’Ue solo i veicoli elettrici, che sono passati da un mezzo ogni 100 nuove immatricolazioni nel 2018 a quasi uno su sette nel 2022, hanno trainato la riduzione della media delle emissioni di Co2 reali degli ultimi anni, ma restano più costosi di quelli tradizionali": a stabilirlo la Corte dei Conti dell’Unione europea in una relazione dedicata alla riduzione delle emissioni dal parco auto circolante, che è, come recita il titolo, "più facile a dirsi che a farsi".

La Corte ha spiegato che "per l’Unione, la strada da percorrere è stretta: l’Europa incontra notevoli difficoltà nell’accelerare la diffusione degli Ev, come vengono definite in gergo tecnico le auto elettriche". I magistrati contabili europei, insomma, hanno sottolineato che mentre il livello delle emissioni reali delle auto tradizionali non è diminuito, le auto elettriche hanno invece contribuito a ridurre le emissioni. Tuttavia, la loro diffusione è resa complicata da una serie di fattori, in primis l’accesso alle materie prime per costruire un numero sufficiente di batterie. Da questo punto di vista, è la Cina il primo Paese sia per materie prime che per lavorazione. 

La Corte, tra l'altro, qualche tempo fa aveva messo in evidenza anche un'altra criticità: l’inadeguatezza delle stazioni di ricarica. Basti pensare che oggi il 70% di tutte le stazioni presenti nell’Ue è concentrato in soli tre Paesi membri, ovvero Paesi Bassi, Francia e Germania. Infine, non è possibile ignorare il problema dei prezzi. Visti i costi iniziali delle auto elettriche, molto più alti rispetto a quelli delle auto tradizionali, i consumatori - hanno fatto notare i magistrati - "potrebbero preferire mantenere più a lungo i loro vecchi veicoli inquinanti". La Corte dei Conti, insomma, avverte: se davvero ci si vuole muovere nella direzione delle auto elettriche bisogna "cambiare marcia".

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