L’ultima follia sulle nostre tavole, ed evidentemente avallata dall’Unione Europea? Un tonno che non è un tonno, un piatto di pesce senza pesce. Sembra una barzelletta o un paradosso, ma è tutto vero: decidete voi se si tratta invece di minaccia al nostro tessuto produttivo alimentare oppure dell asolita moda per talebani della forchetta ecologica. Il tema è di quelli delicati, anzi delicatissimi, da tagliare con un grissino. Per i puristi (ma diremmo anche semplicemente per la gente normale), certamente un perfetto abominio in salsa Ue: il “tonno vegano”.
L’alimento incriminato vanta infatti lo 0% di pesce ed è a tutti gli effetti realizzato con alghe. La produzione è finanziata dall’Unione europea con l’obiettivo di creare il cosiddetto “cibo del futuro” per diminuire l’impatto ambientale sui nostri mari.Una linea che sta prendendo piede perfino in Giappone (sì, proprio il Giappone del sushi, dove dal 2026 arriverà “Rivoluzione del pesce”, il nuovo tonno «vegano e sostenibile»), Come si legge sul sito della start-up berlinese BettaFish - una delle aziende produttrici -, «essendo la specie ittica la più amata e consumata al mondo, il tonno rappresenta un mercato che vale oltre 42 miliardi di dollari, ma la sua popolarità è anche la sua rovina: il 43% degli stock mondiali di tonno viene pescato a livelli biologicamente insostenibili».
Fuori dal coro, Giordano sconcerta Vannacci: "Sa cos'è questo?"
L’Unione europea e le sue regole, le sue restrizioni, le sue imposizioni e la mortificazione del cibo e dell&rsquo...Le confezioni del finto pesce sono già in vendita in diversi Paesi europei e a breve dovrebbero arrivare anche in Italia. Come mostrato in un servizio andato in onda nell’ultima puntata di Fuori dal Coro, il tonno vegano è già disponibile sugli scaffali dei grandi supermercati di Canobbio, nel distretto di Lugano in Svizzera, a solo un’ora di distanza da Milano. Le scatolette imitano alla perfezione quelle tradizionali italiane, con tanto di scritta “Tonno” ben visibile. Di tradizionale però non hanno niente. Ma i consumatori cosa ne pensano? Ai microfoni della trasmissione di Rete 4 sono intervenuti alcuni clienti dei supermercati del distretto svizzero. E nessuno di loro è sembrato interessato all’acquisto del prodotto. In sostanza, il tonno fake parte già male.
Sul tema è intervenuto anche Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega e deputato al Parlamento europeo. «Dico che è una vergogna – ha dichiarato il Generale - ma ancora di più: è una truffa, è una truffa a tutti gli effetti». E in effetti non sembra avere tutti i torti. Lo scorso ottobre il Parlamento europeo aveva infatti approvato un emendamento voluto dai Popolari che mette al bando l’uso di denominazioni di origine animale per prodotti derivanti da proteine vegetali. Il packaging perciò deve indicare chiaramente che si tratta di alimenti di origine vegetale, senza richiamare in alcun modo al prodotto originale. Anche il tonno finto, ovviamente, rientra in questa categoria. Sarà quindi compito degli addetti ai lavori vigilare sull’eventuale mancato rispetto delle norme europee. Ma con tutta questa confusione, il consumatore resta come minimo disorientato.
Come detto, però, si tratta solo dell’ultima di una serie di follie partorite in quel di Bruxelles. Basti pensare, per esempio, alla carbonara tarocca (una salsa in vasetto con pancetta al posto del guanciale) venduta nel market riservato ai componenti del Parlamento europeo. In quel caso, come aveva sottolineato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, la carbo-salsa commercializzata dalla belga Delhaize recava addirittura in etichetta una bandiera italiana. I più attenti, poi, ricorderanno anche il caso dei cosiddetti “novel food”, ovvero quell'insieme di alimenti o ingredienti diversi da quelli tradizionalmente utilizzati in Occidente. Tra questi ci sono il grillo domestico, la larva gialla della farina, la locusta migratoria, il verme della farina minore e i loro derivati. Insomma, delle prelibatezze. E poi, come dimenticarsi della carne sintetica realizzata con grasso di manzo ottenuto in laboratorio... Dall’Unione europea li definiscono «cibi del futuro». Ebbene, se il futuro è questo, si salvi chi può.




