DIVENTA ANCHE TU UN "HARD TARGET"!

Diminuisci la tua percezione di insicurezza con la conoscenza e l'acquisizione di competenze.
di Andrea Bisaschidomenica 19 agosto 2018
DIVENTA ANCHE TU UN "HARD TARGET"!
3' di lettura

La percezione di insicurezza tra la gente in Italia sta raggiungendo livelli spaventosi. Al di là delle diatribe politiche tra chi enfatizza il problema e chi lo nega, mi sembra doveroso aiutare i cittadini a diminuire questa percezione. La percezione di insicurezza è soggettiva e dipende da vari fattori: luogo in cui si vive, esperienze pregresse, carattere, stato d'animo, competenze acquisite. Come fare quindi a diminuire questa percezione? Bisognerà lavorare sui fattori più facilmente modificabili: competenze e stato d'animo. Andando a migliorare le abilità mentali e fisiche e quindi le competenze, si va a migliorare di conseguenza lo stato d'animo.  Per pianificare correttamente una strategia funzionale atta a diminuire la paura di essere aggrediti, bisogna conoscere cosa cerca un ipotetico aggressore.  Che cosa cerca l'aggressore?  Una vittima perfetta, ovvero che appaia indifesa. L'aggressore osserva e attacca chi secondo lui, opporrà poca resistenza.  Quindi il primo obiettivo sarà imparare a "trasformarsi in un leone" non in termini di potenza o forza, ma di sicurezza. Come si evince dalla foto, il leone incede sornione, quasi sbadigliando, dando l'impressione di essere sereno, tranquillo. Non fatevi però ingannare, il leone ha visto le macchine, ha perfettamente la situazione sotto controllo ed è pronto ad agire all'occorrenza, ma si muove sicuro nella savana senza degnare chi lo sta osservando.  E' ovvio per trasformarsi in un leone sarà necessario un percorso molto lungo, ma se l'obiettivo è quello di non apparire vulnerabili, non ci vorranno anni.  Per questo nel programma base del  Metodo BSD Evolution, il primo protocollo denominato HARD TARGET, ha proprio questa funzione. In questo primo modulo andremo quindi a lavorare sulla corretta postura, sull'atteggiamento, sull'andatura, sulla gestione degli spazi, sulla vigilanza e sul mantenimento della giusta distanza dagli estranei, per non apparire vulnerabili. La postura è il primo indicatore di come siamo che, un attento osservatore nota. Infatti già da come una persona sta in posizione eretta, possiamo capire tante cose di lui: il temperamento, lo stato d'animo, l'apertura verso l'ambiente circostante o l'introversione, la padronanza della situazione o la chiusura. Sappiamo con certezza che il nostro pensiero condiziona il nostro agire. In ogni attività che svolgiamo il "pensiero fortificante" ci permetterà di aumentare le nostre performance. Inoltre gli studi hanno dimostrato che un atteggiamento sicuro influenza positivamente anche la nostra mente. Chi ci osserva percepirà in maniera inconscia questa sinergia tra mente e corpo e molto probabilmente ci valuterà come un Hard Target (Osso duro). La respirazione è di fondamentale importanza per gestire la paura ed eventualmente affrontare in modo efficace un dialogo con un ipotetico aggressore, senza palesare disagio. Per respirare correttamente è necessario però avere una buona postura. L'andatura dovrà con l'esercizio diventare sciolta, il corpo dovrà muoversi non rigidamente in modo tridimensionale nell'ambiente cercando di occupare più spazio possibile, con questo tipo di camminata sprigionerete una idea di sicurezza. Lo sguardo dovrà essere vigile ed attento e nel caso incontraste lo sguardo di qualcuno, non abbassatelo perché nel mondo animale, questo è un segnale di sottomissione, ma spostatelo lateralmente alla stessa altezza con il significato: ti ho visto, non mi interessi, vado per la mia strada. Allo stesso modo non fate l'errore di sostenere lo sguardo più di un paio di secondi altrimenti assumerebbe un significato di sfida. Anche la consapevolezza di come si reagisce ad un emozione è di fondamentale importanza per la difesa personale e la cosa più pericolosa che possa capitare è rendersene conto nel caso in cui si venisse aggrediti. Infatti chi ha un miglior controllo della paura riuscirà a reagire in maniera più efficace. Il diventare consapevoli di questo, permette di poter desensibilizzare i "pulsanti emozionali". Questi ultimi non sono altro che degli interruttori che azionano le emozioni. Conoscere questi interruttori è il primo passo per imparare a desensibilizzarli. L'acquisizione di queste competenze andrà inevitabilmente ad incrementare l'auto efficacia individuale riducendo notevolmente l'ansia di stato. Riducendo l'ansia si vedrà la situazione in modo più oggettivo e si diventerà più pronti, nell'eventualità che accadesse qualcosa di insolito, ad affrontare efficacemente il problema.