Farinetti: "La mia amicizia con Renzi è diventata un problema. Di ordine pubblico"

di Nicoletta Orlandi Postidomenica 9 novembre 2014
Farinetti: "La mia amicizia con Renzi è diventata un problema. Di ordine pubblico"
2' di lettura

Avrebbe dovuto parlare questa sera a Palazzo Ducale, Genova, ospite della Fondazione Edoardo Garrone. Invece, Oscar Farinetti, padron di Eataly non ci andrà. Non glielo hanno permesso per problemi di ordine pubblico: la Digos sostiene che ci potrebbero essere contestazioni, anche violente, incidenti e ha suggerito di annullare l'incontro. "Mi hanno telefonato dalla Fondazione Garrone dicendo che non se la sentivano più. Avevano paura di disordini", racconta Farinetti alla Stampa. Nell'intervista il fondatore di Eataly dice che lui non ha paura: "Sono figlio di un partigiano della Matteotti. Sarei andato e avrei invitato sul palco qualcuni dei miei contestatori, in modo da potermi confrontare. Ma la Polizia temeva per la mia incolumità e per quella del pubblico". Un amico ingombrante - Farinetti spiega che l'avversione nei suoi confronti dipende dal fatto che è "amico di Renzi", anche se ci tiene a precisare a Michele Brambilla: "Io non sono renziano. Sono renzista". Nel senso: "Non sono un suo sodale politico, sono uno che approva quel suo modo di affrontare i problemi e cerca di risolverli rapidamente". Nell'intervista Farinetti parla poi del "clima avvelenato" contro di lui: "Contro di me", dice, "accuse false alimentate da un linguaggio violento". "A protestare contro le mie aziende", puntualizza, non sono i miei dipendenti e neppure i sindacati", "ma qualche cobas, qualche isolato". "Il problema", continua, "è che poi certe leggende metropolitane vengono rilanciate dai social forum e il clima si avvelena". "Davvero verrebbe voglia di dire andiamocene", conclude il patron di Eataly (4000 dipendenti, di cui 2000 in Italia), "ma non mollo".