Tonina Pantani e la rissa al cimitero col fotografo

di Ignazio Stagnodomenica 10 agosto 2014
Tonina Pantani e la rissa al cimitero col fotografo
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Borsettate e calci a un fotografo. Tonina Pantani non ha preso bene l'assalto dei reporter dopo la riapertura del caso sulla morte di suo figlio Marco e così è scoppiata la rissa con un fotografo. Su Facebook aveva chiesto più rispetto e più momenti in cui potesse stare in pace, soprattutto al cimitero, ma l'appello non è stato ascoltato. E mamma Tonina ha perso le staffe. Secondo quanto riferito dal Corriere di Romagna, Stefano Cavicchi - fotografo del Corriere della Sera - le si era avvicinato due giorni fa, nel cimitero dove giace Marco Pantani. La rissa - La reazione di Tonina è stata veemente: ha iniziato a colpire il reporter con calci e borsettate e nella lite si è rotto anche un obiettivo della macchina fotografica, sfuggito dalle mani di Cavicchi. Che annuncia di voler adire le vie legali: "Ho preso 4-5 calci nei reni e borsate in faccia. Sono trent’anni che faccio questo mestiere e non mi era mai capitato un fatto simile. Pensare che ho iniziato a lavorare in via Solferino quando c’erano le Brigate Rosse... Cercavamo una sua dichiarazione, la situazione sembrava tranquilla, poi è precipitata. La denuncia? Appena successo stavo andando dai carabinieri di Cesenatico per farla poi mi hanno dirottato in un altro lavoro; sono stato al Fatebenefratelli di Milano per farmi visitare. Mi hanno dato 15 giorni di prognosi per trauma cranio-facciale, edema della guancia e zigomo sinistro. Appena uscito dall’ospedale andrò dai carabinieri di via Moscova a Milano per la denuncia". Lo sfogo - Poi Tonina Pantani si è sfogata su facebook: "Io capisco tutto, ma non toglietemi la mia libertà che divento cattiva. Giornalisti e Tv che non ti lasciano vivere, li vedi da tutte le parti davanti a casa, al museo, ma non accetto che mi corrano dietro al cimitero, vergognatevi! Martedì ho rischiato l’infarto […] Ho fatto un saluto a Marco veloce per la paura che arrivassero e mentre Paolo sistemava sono entrata in chiesa per nascondermi ma sono venuti pure lì, mi sono sentita braccata da persone che mi riprendevano, non ci ho visto più, la mia reazione è stata quella prima di parlare. Hanno continuato a riprendermi e io ho incominciato a prenderli a calci e borsate. Sapevo fosse non facile riaprendo il caso, pensavo di dover fare una lunga salita, ma non scalare una montagna. Ne ho sentite di tutte e di più, accetto le critiche, ma non offendere le persone che non ci sono più. Chiedo più rispetto".