Da quando Gianfranco Fini è stato allontanato dalla politica le estati non sono più le stesse, anche il tempo è cambiato, le giornate non sono calde come una volta e l’economia è sempre più in difficoltà. Non si è ancora capito se il sole non splende come negli anni passati per i cambiamenti climatici globali o perché si è preso un po’ di riposo dopo l’enorme sforzo necessario ad abbronzare il Presidente della Camera più nero della storia italiana, prima per i suoi trascorsi in camicia nera e poi per l’abbronzatura sempre più intensa. Da giovane aveva un futuro da erede di Giorgio Almirante, da adulto si è conquistato un presente da emulo di Carlo Conti. Dicevamo delle difficoltà dell’economia italiana. È vero che da leader di partito non ha fatto mai molto per far ripartire l’industria e gli scambi, anzi nelle maggioranze di centrodestra si è spesso messo di traverso quando ci sono stati tentativi di riforma. Nel suo lavoro Fini fa poco per l’economia, ma quando va in vacanza le cose cambiano radicalmente e concentra tutte le sue energie per far ripartire alcuni settori in difficoltà, uno su tutti quello dell’editoria. Non c’è estate in cui le pagine dei giornali non vengano riempite da gaffe e scandali che vedono coinvolto il Presidente della Camera. Un anno viene beccato a fare immersioni subacquee (la sua passione insieme alle inversioni politiche) in un’area protetta dell’isola di Giannutri che ospita specie animali in via d’estinzione, dove forse Fini pensava di incontrare da vicino qualche suo elettore. Poi i rotocalchi pubblicano fotografie di un altro tipo di immersioni, quelle che sulla terraferma fa sotto la cintola presidenziale la sua giovane fidanzata Elisabetta Tulliani. Qualche estate dopo Fini si ripresenta sul luogo del delitto, a Giannutri, e stavolta è lui ad essere fotografato mentre stringe tra le mani un pesce raro la cui pesca è proibita. Indimenticabile anche l’estate 2010, quella dello scandalo della casa di Montecarlo donata dalla contessa Colleoni al partito per la «buona battaglia» e finita per caso a Giancarlo Tulliani, suo “cognato”. A differenza delle altre vicende, quella dell’appartamento di Montecarlo sarà sulle prime pagine dei giornali non solo il tempo di una stagione, ma per qualche anno, il tempo di veder bruciare una carriera politica. Fini d’estate non pensa solo alla crisi dell’editoria, ma anche a quella del settore turistico. E a raccontarlo è proprio Liberoquando nell’agosto 2012 scopre che ad Orbetello ci sono 9 stanze in un albergo di lusso prenotate da luglio a settembre per la scorta di Fini, indipendentemente dai giorni che realmente il Presidente della Camera trascorre in vacanza in quei luoghi. Il tutto alla modica cifra di 80mila euro, ovviamente pagati dai contribuenti. Gli italiani, costretti a fare sacrifici per lo sperpero di risorse pubbliche, non comprendono l’impegno del leader di Fli a favore del turismo e si incazzano come bisce. Fini dal canto suo non prende bene gli articoli di Libero e querela il giornale, non per aver scritto cose false ma semplicemente per aver scritto. Luciano Capone
